Calenda: «Non mi ricandido a dirigere il Rossetti»

«L’ho fatto per tutelare il teatro, commenterò alla scadenza del mandato», dice. Intanto “Magazzino 18” vola a New York e in Canada
Di Annalisa Perini

TRIESTE. «Non ho presentato il mio curriculum, non per tracotanza o mancanza di umiltà, ma perché anche in ciò ho visto un modo per tutelare lo Stabile regionale, al quale ho dedicato molti anni della mia vita e di cui mi sento un po’ un padre. Non ho commenti particolari da fare adesso, se ne avrò li farò dopo il 15 settembre, quando scadrà il mio attuale mandato». Antonio Calenda, da vent’anni direttore artistico del Rossetti, annuncia di non aver presentato la propria candidatura allorché, per la prossima stagione, il consiglio di amministrazione dello Stabile ha deciso di non rinnovare automaticamente il contratto, ma di scegliere a chi affidare questo ruolo attraverso un bando pubblico. Al momento i candidati sono settanta, e tra costoro, appunto, non figura Calenda.

Alla conferenza stampa di ieri, mentre con il presidente Miloš Budin e il direttore organizzativo Stefano Curti, si stilava il bilancio della stagione 2013-2014, sottolineando «un trend che si è dimostrato in crescendo, per affluenza, incassi e gradimento, premiando un impegno che ha riportato il Teatro alla situazione pre-crisi di tre anni fa», Calenda ha intanto appassionatamente difeso il Rossetti quale «realtà che non ha mai dimenticato la prosa, come invece qualcuno continua a insinuare, nonostante i numeri stessi parlino chiaro, con un cartellone in cui quest’ultima ha composto il 66,45% dell’offerta e la programmazione assieme agli “altripercorsi” è stata premiata dall’attenzione di 76.286 spettatori».

Con un’affluenza complessiva che è stata di 171.031 presenze, ha sottolineato ancora Calenda: «Noi proponiamo e produciamo la prosa, la grande prosa. E presentiamo altre tipologie di spettacolo, cogliendo quello che è il desiderio culturale del pubblico, seguendo una vocazione alla commistione di generi e ponendoci come un punto di riferimento non solo per la città e la regione, ma anche oltre i suoi confini, nazionali e internazionali. Portiamo il grande musical, quello che si vede soltanto all’estero e a Milano, che è l’operetta moderna, in una città, Trieste, in cui è stato ucciso lo storico e amato Festival dell’Operetta. Da sondaggio, quest’anno realizzato on line, lo spettacolo più gradito è stato “Magazzino 18”, produzione dello Stabile, scritto e interpretato da Simone Cristicchi, che continua a essere richiesto in Italia e volerà anche a New York e in Canada, mentre “Una giovinezza enormemente giovane”, su Pasolini, interpretato da Roberto Herlitzka, andrà in tournée al Teatro Argentina di Roma e al Piccolo Teatro di Milano. Coronamento della stagione sarà l’appuntamento, il 27 luglio, con la danza del “Roberto Bolle & Friends».

Sulla prossima stagione non ci si può ancora sbottonare perché, ha spiegato Budin, è in atto una riforma che prevede nuove classificazioni per i teatri italiani, e che riguarderà parametri rinnovati anche per la valutazione dell’ammontare del finanziamento del Fus. Si sa però che nel cartellone 2014-2015 vi sarà “Finis Terrae”, di Gianni Clementi, con la regia di Calenda e con protagonisti Nicola Pistoia e Paolo Triestino. Lo spettacolo, che tocca il dolente tema dello sbarco degli immigrati, debutterà in prima assoluta il 17 luglio nella Festa del Teatro a San Miniato, coprodotto da Stabile del Fvg e Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato.

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