Catalogo degli alberi amici dell’uomo, il pino dal Neolitico ai piedi delle ballerine

Carla Maria Casanova
Fa respirare aria pulita fin dalla copertina “La storia degli alberi”, sottotitolo “E di come hanno cambiato il nostro modo di vivere”, scritto da Kevin Hobbs e David West con le straordinarie illustrazioni di Thibaud Hérem, edito da L’Ippocampo (euro 19,90, prefazione di Alexandra Wagstaffe).
Gli autori sono viaggiatori instancabili che hanno percorso il vasto mondo per segnalare e catalogare migliaia di alberi, secondo un ordine cronologico approssimativo in base alla loro prima significativa interazione con il genere umano, dagli strumenti in legno di bosso costruiti dall’uomo di Neanderthal, 171.000 anni fa, al legno di kaki usato nell’800 per fabbricare mazze da golf.
Sono 101 alberi, ciascuno fornito di una piccola scheda che indica origine, clima e habitat, longevità, velocità di crescita, altezza massima. La pagina dell’illustrazione, autentica meraviglia, comporta anche un disegno della foglia o del frutto. A fronte, la storia, brulicante aneddoti e curiosità, offerta in uno stile leggero e accattivante.
È da qualche tempo che abbiamo cominciato a renderci conto del ruolo essenziale degli alberi riguardo a biodiversità, equilibrio e benessere mentale e fisico dell’uomo, e della loro funzione irrinunciabile di depuratori dell’aria. Proprio in questi giorni sconvolti da una pandemia di cui mai si sarebbe immaginata possibile l’esistenza, la scienza ammette che la natura si è ribellata agli sconquassi subìti. Tra gli altri, la deforestazione selvaggia, dal Borneo alla foresta Amazzonica (con le irrisioni del presidente Bolsonaro). Nè più sa di spiritosaggine che il battito d’ali di una farfalla in Giappone possa scatenare un terremoto in Perù.
Dunque gli alberi. Alcuni frullanti e leggeri come ballerine, altri maestosi come cervi dai palchi imponenti. Proprio “amico delle ballerine” è considerato il pino domestico.
Di origini antichissime (addirittura del Neolitico) il pino comune non ha un legno di alto valore commerciale (troppo ruvido e resinoso) ma la resina è redditizia, come impermeabilizzante o per vernici. Indurita o ridotta in polvere è usata anche per impedire alle scarpette delle ballerine di scivolare.
I pinoli (semi delle pigne) sono tra gli ingredienti fondamentali del pesto, usati in cucina fin dall’antichità. Resina profumata di grande valore è quella della mirra (uno dei doni portati a Gesù dai re Magi) originaria del corno d’Africa. Si dice che Sahura, faraone della V dinastia, con le 80.000 misure di mirra ricavate da una spedizione in Arabia, costruì la prima flotta dell’antico Egitto. Ugualmente ambito dagli antichi Egizi per costruire le navi (e spesso nominato anche nella Bibbia) era il cedro del Libano.
L’Impero Ottomano lo accettava come valuta per il pagamento delle tasse. Decimate nei millenni le antiche foreste, oggi ne rimane uno storico bosco e l’albero è attuale simbolo nazionale del Paese. Che dire del noce comune, che svettava nei giardini pensili di Babilonia, del fico, (pare il più antico albero da frutto coltivato sulla terra) che viene impollinato dalle vespe. E l’ulivo, il “dono di Atena”, quintessenza della mediterraneità. Da sempre simbolo di pace. Un ramo fu rinvenuto nella tomba di Tutankhamon, mentre alcuni vasi di terracotta dimostrano che l’olio d’oliva veniva commercializzato già 8.000 anni fa.
E la palma da dattero, fonte di nutrimento per molte civiltà… Una storia dopo l’altra. Da leggere e sognare. —
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