Da Yara ad Avetrana Alessandro Meluzzi analizza i retroscena dei delitti celebri

Qualcuno l'avrà visto in tv o sui rotocalchi con gli abiti di un vescovo ortodosso. La notorietà di Alessandro Meluzzi, però, non è legata al suo ruolo religioso, ma alle sue opinioni di esperto riguardo alle dinamiche dei delitti celebri dell'Italia di oggi, che ogni settimana espone nella trasmissione Quarto Grado su Retequattro. Lo psichiatra e criminologo - è da poco uscito per Oligo “Menti insolite. Radiografia di cinque femminicidi” (pagg. 210, euro 20), scritto con Massimo Numa e Fabio Federici - sarà giovedì, alle 20.30, alla Fondazione Carigo, Gorizia, a parlare di “Follie: storie di delitti e castighi”. L'appuntamento, a ingresso libero e nell’ambito del festival AlienAzioni, darà al pubblico l’opportunità di compiere un viaggio tra i delitti di Cogne e di Avetrana, di Perugia e di Garlasco.
In alcuni di questi omicidi, Alessandro Meluzzi è stato chiamato a svolgere il ruolo di perito. Il suo, in altre parole, è un punto di vista non solo specialistico ma anche privilegiato. Sull'omicidio di Yara Gambirasio, per esempio, il criminologo si è più volte schierato a favore dell'innocenza di Massimo Bossetti. «Nel caso di quest'ultimo - dice - non si è voluto guardare alle dinamiche riguardanti il cantiere di Mapello forse per evitare che la questione coinvolgesse lavoratori extracomunitari. Con il delitto di Sarah Scazzi, invece, non si sono approfondite le situazioni extrafamiliari che potevano esistere. Quella di Annamaria Franzoni, poi, è una vicenda altamente psichiatrica, come denotano i suoi esiti».
Meluzzi ha il suo punto di vista su tutti i casi, a volte controcorrente. Anche sugli afro-islamici che la mafia traghetta in Italia. «Con la psichiatria c'entrano eccome perchè sono portatori di psicopatologie. Le statistiche dimostrano una loro tendenza a compiere reati contro la proprietà di quattro volte superiore a quella della popolazione italiana e, per quanto riguarda i reati sessuali, di sei volte maggiore: lo dicono i dati delle detenzioni carcerarie. Come abbiamo lottato contro le mafie italiane abbiamo quindi il dovere di fare lo stesso contro la più potente e violenta mafia planetaria, che oggi ha nel nostro Paese il monopolio dello spaccio della droga, della prostituzione minorile, del commercio di organi, del traffico di armi». L’appuntamento di giovedì avrà però al centro la follia omicida e la radiografia di alcuni femminicidi che continuano a far discutere. —
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