È stato l'artista triestino Francesco Visalli a scoprire il "Mondrian capovolto"

A rivelarlo è il New York Times. In occasione della mostra di Düsseldorf, la scoperta era stata invece attribuita alla curatrice Susanne Meyer-Büser. L’artista al museo: “Comportamento scorretto”

TRIESTE È stato l’artista italiano Francesco Visalli, romano di nascita ma da cinque anni residente a Trieste, dove ha una casa atelier in piazza Carlo Alberto, a scoprire che l'opera di Mondrian, dal titolo «New York City I (unfinished) - 1941», è rimasta appesa capovolta per oltre 70 anni. A rivelarlo è il New York Times, che in un articolo attribuisce a Visalli la clamorosa scoperta,che da giorni ha fatto scalpore in tutto il mondo. 

La sua ricerca è citata nel catalogo che accompagna la mostra in corso a Dusseldorf e che prima aveva fatto tappa a Basilea, ma solo in una nota viene citato l'artista, mentre la scoperta è attribuita alla curatrice dell'esposizione in Germania.

L'opera di Mondrian, dal titolo «New York City I (unfinished) - 1941», appesa capovolta da oltre 70 anni, è stata presentata in occasione dell'apertura della mostra «Mondrian Evolution» al Museo Kunstsammlung NRW di Düsseldorf. Si tratta della seconda tappa della mostra commemorativa organizzata per celebrare i 150 anni dalla nascita dell'artista.

«La prima tappa ha avuto luogo alla Fondation Beyeler di Basilea che si è tenuta dal 5 giugno al 9 ottobre scorsi. In occasione di questa prima tappa, l'opera "New York City I (unfinished) - 1941”era tra quelle esposte e nel catalogo era già evidenziata la scoperta del capovolgimento», spiega Visalli.

Ma la notizia è stata resa nota solo in occasione dell'apertura della mostra di Düsseldorf, attribuendo la scoperta alla curatrice Susanne Meyer-Büser.

L'intero saggio contenuto nel catalogo ricalca la ricerca che Visalli aveva inviato al Museo in due comunicazioni del 2018 e del 2021. Una ricerca centrata su due opere di Mondrian presenti nella collezione del Museo: (B311) «Composition with Blue, Red, and Yellow - 1935-42» e (B300) «New York City I (unfinished) - 1941».

Visalli ha scritto una «Lettera aperta» al Museo, per denunciare «non solo il comportamento scorretto, ma soprattutto l'azione di puro marketing messa in atto ai danni di un grande artista come Piet Mondrian. Un marketing che stravolgerebbe la filosofia, la poetica e l'armonia volute dall'artista. La decisione di lasciare l'opera nel verso sbagliato, senza intervenire con un adeguato restauro che ne consenta il ribaltamento, paventa l'estremizzazione del marketing attraverso la creazione di una sorta di “altare che attiri maggiore pubblico: andiamo a vedere il Mondrian capovolto».

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