Egm festeggia cinquant’anni di cinema a Trieste
Compie mezzo secolo il circuito fondato da Giorgio Maggiola che gestisce la maggior parte delle proiezioni pubbliche

TRIESTE. «Affittasi cinema estivo 1000 posti», recitava l'annuncio sul Piccolo. Era il '67 e un 19enne particolarmente intraprendente trascorreva il compleanno armato di trapano e vernici per tirare a lucido quella che sarebbe divenuta la sua prima sala cinematografica, il “Satellite”. Dalla cinepresa giocattolo di Topolino e i primi passi in un'improvvisata cabina di proiezione nel ripostiglio di casa alle 11 sale attuali del suo circuito EGM Cinema, sono stati 50 anni di passione di celluloide per Giorgio Maggiola. Mezzo secolo di attività che festeggerà domani, con il pensiero a quel “cine estivo” che animava una Borgo San Sergio di poche anime e che s'inaugurava con “Topkapi”, «technicolor di grande successo con M. Mercouri, P. Ustinov e M. Shell», come da tamburino del Piccolo datato venerdì 2 giugno 1967. Il film della sua vita iniziava.
«La prima sera ci fu un pubblico scarsino per quella platea - ricorda Giorgio Maggiola -: sono venute circa 300 persone, che per l'epoca era poco, il che dà l'idea di cosa riuscivano a fare i cinema allora. Poi è andata meglio con film più comici o musicali sui Beatles. Ad agosto ho preso anche l'Astoria in Ponziana, 500 posti. Ma l'avrebbero demolito così il primo gennaio '68 ho aperto il Marconi a San Giacomo, passando la notte di Capodanno a traslocarci le poltrone dell'Astoria e portandole anche a Montuzza».
Perché è lì che è avvenuta la sua “investitura”, racconta ancora Maggiola: «A 14 anni: quando mi hanno dato le chiavi della cabina del cinema estivo di Montuzza è stato il più grande regalo della vita. Lì ho fatto quattro anni da operatore, grazie alle suore Paoline di Corso Italia che mi hanno proposto e per le quali prima ancora andavo a proiettare in circoli e associazioni. Ho ancora i taccuini delle prenotazioni: “Duello nell'Atlantico” con Robert Mitchum, “Le miniere di Re Salomone”, “ll Re dei Re”. “La banda degli otto” al Ricreatorio Lucchini, “Bernardette” per le suore di San Giuseppe di via Romagna».
L'avventura dei cinema del circuito Egm è iniziata nel 1974 con Giordano Depase: «Ho preso il Mignon; quando in seguito ci siamo divisi l'ho ribattezzato Fellini, da appassionato quale sono. Nel '79 ho preso il Nazionale, che era monosala, nell'84 l'Eden (poi Ambasciatori
ndr
), andato subito benissimo. Per “I Flinstones” facevo cinque spettacoli al giorno e la domenica tutti i 500 posti nei cinque spettacoli andavano esauriti. Spendevo molto per la pubblicità, sul Piccolo e in radio. Per “La Scarpetta e la Rosa” avevo coniato anche lo slogan “Musiche e immagini che ricorderete”: un successo incredibile, grazie anche al vostro giornale. Per la tenitura più lunga in Italia, 6 settimane di “Balla coi lupi” ho vinto il Biglietto d'Oro dell'Anec. Tutto esaurito anche per “Titanic”, ovviamente, con la gente che ritornava più e più volte, coi fazzoletti in mano».
Maggioni rilevò anche il Filodrammatico, di cui ricorda l'incursione “hard”, quando il cinema era a luci rosse. «Avevo iniziato con Franchi e Ingrassia - racconta Maggioni- ma poi mi sono reso conto che con i film vietati ai minori andava meglio. Erano titoli boccaceschi come “Quel gran pezzo dell'Ubalda” o “Alle dame del castello piace molto fare quello” e ci venivano anche le signore. Ricordo l'uscita di “Gola profonda”, con un giornalista del Corriere della Sera che ha scritto la recensione stupendosi di come mai a Trieste fosse visibile: infatti me l'hanno sequestrato il giorno dopo».
Pochi, però i passi falsi nella memoria del gestore: «Sicuramente il cinema “dinamico” al Piccolo Giotto, con le sedie che si muovevano: ho capito subito che era a livello di un'attrazione da baraccone. Di una cosa però sono soddisfatto: che dai 15 dipendenti di oggi, con la mia attività ho dato lavoro a un centinaio di persone». Poi venne il Nazionale, il primo multisala in Italia. «Sì, noi e Pavia. L'idea mi è venuta durante un soggiorno a Parigi: mi sono guardato intorno ed era pieno di multisala. Quindi ci ho fatto il pensierino e nell'81 sono partito con le tre sale del Nazionale; poi nell'88 la quarta acquistando i negozi adiacenti».
E per il futuro le idee sono chiare: «La gente non apprezza più la distinzione galleria-platea: vuole i “gradoni” per seguire al meglio il film. Per cui trasformeremo in questo modo il Nazionale 2. Altre sfide non mancano, e di gran lunga più impegnative, ma ci stiamo ragionando».
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