Fili d’oro e dipinti di seta l’arte dalla stoffa alla tela e lo stile delle contesse Thun

Al Castello del Buonconsiglio tessuti e opere d’arte in dialogo A Vigo di Ton litografie, acqueforti, foto “à la mode française”

il percorso

Franca Marri

Due castelli del Trentino fanno da cornice a due mostre molto particolari, preziose, estremamente raffinate. La prima, ospitata nel Castello del Buonconsiglio della città di Trento, ha per titolo “Fili d’oro e dipinti di seta. Velluti e ricami tra Gotico e Rinascimento”: propone lussuosi tessuti ricamati provenienti per lo più dalle aree dell’intero arco alpino, creati per una committenza sia laica che religiosa, mettendoli a confronto con una serie di dipinti coevi che ripropongono gli stessi motivi decorativi nelle vesti dei personaggi o nei paramenti e arredi dello sfondo. Un attento lavoro di ricerca condotto da Laura Dal Prà, Marina Carmignani, Paolo Peri con la collaborazione di Alessandra Geromel Pauletti, Silvia Mira e Viviana Tronchetti ha portato all’identificazione di vesti e velluti lavorati con fili dorati, ‘allucciolature’, applicazioni a ricamo, perle, perline, smalti, gemme e ‘magette’ di varie forme. Spesso tali preziosi tessuti venivano trasmessi come beni patrimoniali di generazione in generazione, riadattati seguendo i mutamenti della moda, infine donati alla chiesa locale che li riutilizzava realizzando nuovi paramenti ecclesiastici.

Tra i vari velluti domina il colore rosso, tra i più costosi, simbolo del potere per i laici, collegato alla Passione di Cristo e alle celebrazioni più importanti dell’anno liturgico in ambito sacrale. C’è poi l’uso del velluto cremisi con il motivo della melagrana nella tipologia ‘a cammino’, simbolo di immortalità, fecondità e amore che nell’arte cristiana viene ad alludere alle figure di Cristo, di Maria e della Chiesa stessa.

Tra manifatture toscane, nordiche, fiamminghe e stoffe veneziane dove si scorge anche qualche influenza orientaleggiante, spiccano il parato di papa Niccolò V del Museo del Bargello di Firenze, commissionato nel 1450 dalla città di Siena e donato al pontefice in occasione della canonizzazione di San Bernardino e il cappuccio di piviale del Castello Sforzesco di Milano, appositamente restaurato e decorato con un ricamo per il cui disegno preparatorio si è ipotizzato il nome di Botticelli. Tra i dipinti più significativi ci sono quelli di Michele Giambono, Francesco Torbido e del Maestro di Hoogstraeten. Da segnalare quindi il ricco catalogo in cui vengono presentate anche alcune vesti ecclesiastiche non esposte in mostra, conservate in territorio friulano, come ad esempio le pianete di Santa Maria in Gruagno, Colloredo di Prato e Nogaredo di Prato.

A Vigo di Ton, una trentina di chilometri a nord di Trento, a Castel Thun, è invece allestita la mostra curata da Emanuela Rollandini “À la mode française. Stile modelli e modiste per le contesse Thun”. Introdotta da un elegante abito da pomeriggio color rosso cinabro, la rassegna ripercorre la storia del costume nel secondo ’800 attraverso le riviste di moda illustrate della biblioteca Thun, attualmente conservata all’Archivio provinciale di Trento. Vissute in quel tempo, Violante, Giovanna, Maria Antonia e Maria Teresa, figlie di Matteo Thun e Carolina Arsio, amavano infatti collezionare riviste quali “La Mode Illustrée”, “La Mode Française” e “La Novità” nelle loro edizioni più lussuose, corredate da tavole a colori, con ideazioni e figurini disegnati da modiste parigine. Acqueforti, xilografie e litografie acquerellate raccontano il gusto e l’eleganza femminile che già allora considerava Parigi il centro dell’haute couture, con una serie di modelli di abiti e accessori pensati per le passeggiate, i ricevimenti, la villeggiatura, i viaggi in treno o in piroscafo. Come si può vedere nelle foto dell’epoca, le contesse Thun, rivolgendosi alle loro modiste trentine e padovane, reinterpretavano le varie proposte in una dimensione più sobria, meno mondana ma sempre ricercata, specie nei ricami. La mostra al Castello del Buonconsiglio rimarrà aperta fino al 3 novembre; quella a Castel Thun fino al 27 ottobre. —

Riproduzione riservata © Il Piccolo