Fisici spiati come al Grande Fratello Greison dentro i misteri di Farm Hall

«Quando a Farm Hall han rifatto il parquet, il nuovo proprietario l'ha raccontato: sollevando il vecchio pavimento, è emersa una fittissima rete di fili elettrici che correva sotto tutta la casa». Era per le microspie che dovevano carpire i segreti di un'ipotetica bomba atomica fatta costruire da Hitler. Una storia davvero intrigante, quella dei fisici nucleari rinchiusi in una villa e spiati giorno e notte come in un Grande Fratello: la racconta Gabriella Greison in "La leggendaria storia di Heisenberg e dei fisici di Farm Hall", lo spettacolo che andrà in scena domani e venerdì alle 19.30 al Teatro Miela e che la fisica e divulgatrice milanese ha scritto dopo approfondite ricerche in loco.
«È il mio metodo - spiega - : studiare a lungo negli archivi e poi ad andare sul posto a verificare i fatti, intervistando i diretti interessati o chi quelle storie le conserva con cura. Sono andata a Farm Hall perché avevo letto che, di quell'incredibile prigionia, le intercettazioni diffuse riguardavano solo il 10 percento dei discorsi registrati. Questo mi ha fatto nascere delle domande e il 90 percento restante è diventata la mia ossessione. Dieci fisici tedeschi, in attività, i più importanti al mondo, definiti "ospiti", nonostante fossero stati prelevati coattivamente, insieme per mesi: risultato, informazioni utili solo a fini militari. L'uomo di punta era Werner Heisenberg. Ho contattato il figlio Martin che mi ha accolto in Germania con la moglie Apollonia, nipote di quel von Weizsäcker che era un altro dei reclusi: avevo di fronte a me "la" storia».
Tre intensi giorni trascorsi insieme: al congedo, un regalo, anzi due. «Una fotografia e una scatola di gessetti: è l'arma più potente che puoi avere, mi ha detto. Usali, scrivi: i punti di vista di una storia possono essere tanti. Ho seguito il consiglio e questo è il mio. Noi, da filoamericani, conosciamo solo la loro versione. Ma quello che mi ha rivelato è che il padre non ha voluto costruire la bomba: ha avuto un grande ripensamento, in un dilemma morale che mi ha appassionata e che racconto nello spettacolo grazie ai diari e a materiali suggestivi che i due mi hanno messo a disposizione. Mi piace Heisenberg, mi ha aperto un mondo».
Ma Greison non si ferma al racconto dei dieci rinchiusi, introducendo un'altra voce. «Mi sono ripromessa che per ogni uomo che racconto devo raccontare anche una donna, spesso oscurata». Ecco allora la parte dedicata a Lise Meitner, la fisica viennese che lavorava con Otto Hahn. «Nonostante il sostegno di Heisenberg non ha goduto di alcun riconoscimento dopo tutti gli studi condotti con Hahn. Lui una volta fuori dalla villa è stato premiato col Nobel e nel discorso non l'ha neanche nominata. È questo che voglio fare: correggere i ricordi. È una nuova narrativa da dare alla fisica e che io stessa prima, da ragazza, non potevo fare: c'era una discriminazione, che comunque resiste ancora oggi».
Vulcanica, Greison non sta ferma un attimo: è in libreria con "Einstein forever" (Bollati Boringhieri, 208 pagine, 15 euro), suo ultimo libro uscito in questi giorni sugli anni americani del grande scienziato che segue il periodo europeo di "Einstein e io". Difficile trovare un approccio nuovo per trattare uno dei geni della storia dell'umanità: la lettura che propone la fisica milanese è il rispondere alle lettere (vere) che gli scrivevano i bambini. «Rispondo io - annota - ma raccontando i suoi pensieri. E poi gli altri che lo avevano raccontato finora erano sempre uomini e non è macho rispondere a lettere di bambini - sorride -: invece, van presi seriamente».
Fedele al principio "racconto un uomo e introduco una donna" Greison ha passato a appassionarsi della figura della prima moglie di Einstein, Mileva Marić, fisica iscritta al Politecnico di Zurigo ma mai laureatasi. Ancora una storia di donna interessante e dietro le quinte, intercettata da una società di produzioni cinematografiche italiana. «La Martha Production si è incuriosita e mi ha chiesto di farne un film. Stiamo scrivendo la sceneggiatura: le riprese inizieranno in estate e mi hanno affidato addirittura la regia». —
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