Folk e klezmer, da Trieste verso Est

La Maxmaber Orkestar stasera in piazza Verdi per il Festival LovesJazz
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TRIESTE. Quando il Klezmer diventa canzone triestina. Stasera alle 21 in piazza Verdi, per TriesteLovesJazz, con l'esibizione della Maxmaber Orkestar si apre lo spazio “Made in Trieste”, festival nel festival dedicato allo stato dell’arte musicale del capoluogo giuliano. La band folk klezmer compie dieci anni e li festeggia presentando “Spavomir”, quarto disco di una carriera girovaga e frutto di importanti collaborazioni. Come già lo scorso anno, il palco si tramuterà in un set di Kusturica, con il fascino e la passione di quei fotogrammi.

«Al festival – spiega Max Jurcev - arriva una band in gran forma nella nuova formazione: Alessandro Perosa, Matteo Zecchini, la giovanissima Lucy Passante, Fabio Bandera e gli storici Alberto Guzzi e me. Inoltre ci saranno alcuni ospiti a sorpresa che hanno collaborato al cd, pure autoprodotto e registrato a Trieste con pazienza e amore, senza pressioni commerciali o produttive. Rappresenta ciò che siamo, con il nostro sound e l'immediatezza che ci accompagna nei live senza troppe elaborazioni. Ospita musicisti che hanno suonato con noi in questi anni, come la Mescla di Napoli, Dorina ed Eleonora Lana, Nunzio Ruggiero dei Rosamarina. Inoltre abbiamo incluso una traccia “live” di Strasburgo e un brano inciso a Napoli un paio d'anni fa. La nostra musica parte sempre da quella popolare, da Trieste a Est, che ricombiniamo, modifichiamo, personalizziamo».

«Il Klezmer – aggiunge - diventa Sevdah bosniaca e poi canzone triestina, rock, liscio e così via. Tornare qui è sempre un'emozione. In 10 anni siamo cambiati molto, abbiamo portato un pezzo di Trieste in tutta Europa. Abbiamo girovagato cercando sempre il rapporto con la gente, il coinvolgimento, la rivoluzione dell'appropriarsi degli spazi pubblici e del diritto di esprimersi. Si sono succeduti molti musicisti, alcuni fondamentali come Massimo, Chiara, Adriana, Aleksandar o Valentino, altri solo di passaggio. Ma il comune denominatore è rimasto un modo gioioso di fare musica. Ormai "Me piasi i bigoli" la cantano anche in Calabria, a Zurigo e oltre. Al Festival di Strasburgo l'anno scorso dopo il concerto ci hanno chiesto di unirci a un gruppo locale gitano, composto da una dozzina di musicisti di flamenco che ha optato per "Marina Marina". Dopo i primi minuti in cui il tastierista suonava in una tonalità e i chitarristi in un'altra, per fortuna "Zecca" si è ricordato tutto il testo. L'esito della jam session ve lo lasciamo immaginare».

Gianfranco Terzoli

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