Grégoire Ahongbonon, il Basaglia nero, a Udine nell’anniversario della legge 180

È l’«africano dell’anno», Grégoire Ahongbonon: la sua vita e il suo “apostolato civile” al fianco degli ultimi, i reietti della società perché afflitti dal disturbo mentale. Per questo ricorda l’opera...

È l’«africano dell’anno», Grégoire Ahongbonon: la sua vita e il suo “apostolato civile” al fianco degli ultimi, i reietti della società perché afflitti dal disturbo mentale. Per questo ricorda l’opera e l’attività dello psichiatra Franco Basaglia che ha riformato radicalmente i principi del trattamento psichiatrico nel nostro Paese creando i presupposti per l’approvazione della legge 180, promulgata il 13 maggio ’78. Un anniversario che al festival vicino/lontano di Udine sarà onorato con la presenza di Grégoire Ahongbonon in una location fortemente simbolica, gli spazi della Comunità Nove a Sant’Osvaldo, l’ex Ospedale Psichiatrico di Udine: alle 16 converserà insieme agli psichiatri Renzo Bonn e Marco Bertoli, portando la sua testimonianza raccolta nel libro appena pubblicato dalla Editrice Missionaria Italiana a firma del giornalista Rodolfo Casadei, “Grégoire. Quando la fede spezza le catene (Em, pagg. 160, euro 16, prefazione di Eugenio Borgna). L’incontro è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine.

Proveniente dal Benin, semplice padre di famiglia, un passato di noleggiatore di taxi, dopo un’esperienza di conversione religiosa Grégoire Ahongbonon ha iniziato a dedicarsi agli ultimi degli ultimi, le persone con problemi psichici in Africa occidentale. Da trentacinque anni si prodiga per liberare letteralmente dai ceppi i malati di mente, che in alcuni paesi dell’Africa Occidentale ancora oggi vengono ridotti in schiavitù, segregati e incatenati. Ha accolto più di 60.000 persone con problemi psichici in 25 anni di aiuto e interventi; 25.000 malati di mente sono attualmente ospitati negli 8 Centri di cura, 28 Centri di consultazione medica, 13 Centri di reinserimento dislocati in 4 Paesi da lui fondati.

L’Associazione San Camillo de Lellis, da lui fondata, dopo essersi occupata di carcerati, nel 1992 apre il suo primo centro di accoglienza per malati in un ex caffetteria dell’ospedale di Bouaké di Costa d’Avorio. Da quell’anno inizia un’epopea di carità e umanità che Rodolfo Casadei racconta in presa diretta, grazie ai viaggi compiuti in diversi paesi visitando i centri di accoglienza di Grégoire. La cura dell’ex manager di taxi verso i malati psichici è molto semplice, così sintetizzata in un documentario della Bbc sull’esperienza della San Camillo: «Medicinali a prezzi economici, un approccio profondamente umano e uno staff formato da ex pazienti sono la chiave del successo».

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