I C’ammafunk debuttano a Trieste: «Lasciarsi andare e connettersi»

«L’obiettivo è sempre quello di comunicare con il pubblico, cercando di trasmettere ogni volta le vibrazioni giuste. Durante i live amo inserire alcuni spazi aperti, momenti d’ispirazione, di libertà, di jazz, in quanto ci permettono di sperimentare in tempo reale e di dialogare con le persone presenti, elevando così l’atmosfera»: parole di Matteo De Vito, leader, compositore e batterista dei C’ammafunk, giovane quintetto salernitano in pista dal 2018 che si esibisce per la prima volta a Trieste oggi alle 21, in Campo San Giacomo per la rassegna “Fuoricentro”, a ingresso gratuito.
I C’ammafunk presentano il loro primo album “Bouncing” pubblicato dall’etichetta Irma Records di Bologna e il nuovo singolo “Thunder”, che anticipa il nuovo lavoro in uscita la prossima primavera. «Per quanto riguarda il nostro sound – riprende De Vito – la contaminazione è alla base, basti pensare all’utilizzo che facciamo di synth, fiati effettati o processati e chitarre dal suono “crunchy”, il tutto per cercare di dare una nuova veste e la personale visione e interpretazione di questo genere: ovvero la “C’ammafunk Vibe”. Ovviamente, il groove e il “bounce” sono le prime cose a cui miro».
Con lui sul palco, Matt Lagan al sax tenore e strumento NuRad, Ben Romano alla chitarra elettrica, Marco Matrone alle tastiere e synth, Gabriele Federico al basso elettrico.
I C’ammafunk si definiscono una band «in cui l’itinere, sia individuale che collettivo, è diretto alla complicità e reattività musicale. Un melting pot deciso da un sound esplosivo ed energico alla cui base vi è una ricca contaminazione sonora e stilistica».
Tutto ciò sempre con un piede nel passato, infatti, l’attenzione per l’integrità delle radici poste da artisti e pionieri — primo fra tutti James Brown — viene messa in primo piano. Partendo quindi dal funk vecchia scuola, la band lascia spazio alla contaminazione, effondendo ad esso le sonorità e le caratteristiche tipiche del jazz, dell’hip-hop, della psichedelia e a tratti anche del rock, basti pensare al brano “Bouncing” che dà il titolo all’intero album. Con la pubblicazione del disco rendono chiara la propria missione: ritmi caratteristici in evidenza, fluidamente incastonati con linee melodiche d’impatto che esaltano la complicità e l’interazione del gruppo. «L’album – ancora De Vito – incarna l’abilità nel creare ammalianti grooves coinvolgenti e una contagiosa energia che fa stare bene. Ogni concerto è un’opportunità per lasciarsi andare e connettersi».
La serata in piazza a San Giacomo comincia già alle 20 con la formazione locale Tega-Tega Afrobic: Giovanni Nino Nevyjel alla tromba, Yannis Maizan al sax tenore, Max Ravanello al trombone, Gabriel Maizan al clarinetto basso, Lorenzo Leghissa alla chitarra, Giacomo Bruno Ieraci al basso, Alessandro Petrussa alle percussioni, Fabricio Bertrami alla batteria.
Un collettivo “dancing afrobeat” brasil-franco-triestino creato a marzo di quest’anno che propone ritmi africani, con musiche di Fela Kuti, Tony Allen, Ebo Taylor e altri. Un insieme di ottimi musicisti riuniti per la diffusione di questo genere nato in Africa Occidentale negli anni ’70, unendo le sonorità del funk alla musica tradizionale yoruba.
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