I corvi meccanici di Cuscunà a Villa Manin: «Un futuro migliore è possibile»

Ritorna in Friuli Venezia Giulia Corvidae_Sguardi di specie, l’illuminante spettacolo della artista monfalconese

Elena Commessatti
Marta Cuscunà e suoi corvi meccanici
Marta Cuscunà e suoi corvi meccanici

TRIESTE Ritorna in Friuli Venezia Giulia Corvidae_Sguardi di specie, l’illuminante spettacolo della monfalconese Marta Cuscunà. Va in scena a Villa Manin, sabato alle 18 all’interno dell’agorà, lo spazio costruito dentro la mostra/progetto “T3rza Terra”, a cura di Erpac, Fondazione Pistoletto, Cittadellarte. L’artista, nota per il suo impegno nel teatro civile, porta in scena un racconto sul nostro rapporto con l’ambiente attraverso il peculiare punto di vista di un gruppo di corvi meccanici. Lo spettacolo prodotto da Piccolo Teatro di Milano e Css, rappresenta l’evoluzione dell’omonima serie televisiva trasmessa su Rai 3 all’interno del programma “La Fabbrica del Mondo” di Marco Paolini e Telmo Pievani. In Corvidae, Cuscunà utilizza corvi animatronici da lei stessa manovrati con joystick e cavi da bicicletta, progettati da Paola Villani.

I suoi quattro corvi raccontano anche una possibile fine di Donald Trump, sommerso dal mare nel suo campo di golf. Nella realtà da qualche giorno non è più così…

«Lo spettacolo l’avevo scritto in epoca Covid e quando si fanno riferimenti così specifici si sa che l’attualità cambia. Anzi, dopo il suo attentato, mi dispiaceva il mio modo di interpretare la sua posizione nel mondo. Ora, che dire, diventa estremamente attuale. Per altri quattro anni potremmo fare lo spettacolo sapendo che quelle domande “proposte£ nel campo da golf sono ancora attuali…».

Cosa succede a Villa Manin?

«Una cosa speciale. L’ambiente che ci ospita non viene modificato per la scena teatrale. L’idea è quella di integrarci nell’Agorà, il progetto costruito per “Terza Terra”, lasciando che ogni soggettività architettonica possa esprimersi».

Novità di contenuto per questa occasione?

«Lo spettacolo è già costruito, e si basa sulle puntate/apparizione nella serie televisiva. Quello che è unico e irripetibile è il luogo. I miei corvi non si vedranno mai più a Villa Manin dopo il 16 novembre. Ci era capitato solo un’altra volta in un contesto museale: a Punta della Dogana a Venezia. Sono contesti difficili ma stimolanti. Non cercheremo di trasformare in un teatro Villa Manin, ma lasceremo che il luogo parli. Cercheremo di abitarlo».

Terza Terra: progetto ottimista. Idealista diremmo.

«Soprattutto necessario. Abbatterci non ci aiuta ad iniziare questa azione collettiva. La cosa che io apprezzo molto del progetto Terza Terra è la volontà di creare sinergie. È l’idea di non sentirci soli davanti a questi temi. E soprattutto di credere insieme che un futuro migliore sia possibile».

Un nome importante da non dimenticare in questa intervista.

«Marco Rogante. Mio fondamentale collaboratore sin dall’inizio». —

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