“I promessi sposi” riletti da Fois un romanzo di formazione civile

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Nel nostro sistema di istruzione, in tutti gli indirizzi della scuola secondaria superiore, I promessi sposi continuano a essere l'unico romanzo la cui lettura è prevista obbligatoriamente. La cosa non a tutti sta bene, se è vero che anche molti docenti negli ultimi anni hanno messo in discussione il primato dell'opera manzoniana, che - sostengono alcuni - nel 2018 potrebbe essere tranquillamente sostituita da testi più moderni, anche al fine di offrire agli studenti un modello linguistico aggiornato.

A difesa di Alessandro Manzoni e del suo capolavoro scendono in campo gli scrittori. Se qualche tempo fa era stata Susanna Tamaro a elencare pubblicamente le ragioni della sua predilezione per il romanzo (l'"incandescenza" dei nuclei tematici, lo spessore esistenziale, la ricchezza dello stile, l'ironia), ora è la volta di Marcello Fois, autore di un combattivo pamphlet intitolato Renzo, Lucia e io. Perché, per me, «I promessi sposi» è un romanzo meraviglioso (add editore, pp. 140, euro 13,00). Lo scrittore sardo difende a spada tratta don Linsader da chi vorrebbe togliere il suo libro dalle scuole. A chi obietta che si tratta di un romanzo "difficile", la cui osticità rischia di allontanare i giovani lettori di oggi dal "piacere della lettura", Fois obietta: «Chi tenta la strada del piacere della lettura in quanto tale, a scuola è destinato a soccombere. Il piacere della lettura è una conquista, spesso privata, spesso dettata da un amalgama esistenziale imponderabile, spesso totalmente extrascolastico».

In altre parole, la scuola non può e non deve abdicare al proprio compito istituzionale, che è insieme formativo e culturale. E non c'è dubbio che “I promessi sposi” rappresentino un caposaldo imprescindibile della nostra storia nazionale, non solo sul piano letterario (chi potrebbe negarne l'alto valore artistico?), ma su quello, ben più ampio, della costruzione di un'identità civile.

Se da sempre i popoli e le nazioni costruiscono la propria identità anche a partire da certe opere letterarie (pensiamo ai poemi omerici per la Grecia classica),”I promessi sposi” hanno formato generazioni di italiani, grazie alla presenza di questo testo a scuola, ma anche in virtù della straordinaria personalità del suo autore, che ha saputo sintetizzare patriottismo e cristianesimo, anche a costo di più di un'incomprensione con le gerarchie ecclesiastiche del tempo. È difficile individuare, negli ultimi due secoli, un'altra opera di narrativa italiana che possieda la medesima profondità morale dei Promessi sposi, in cui davvero troviamo, nei vari personaggi, l'umanità rappresentata e scandagliata a tutti i livelli, nei sentimenti positivi come in quelli negativi, nella dimensione spirituale come in quella passionale. E proprio sui personaggi del romanzo, Fois incentra alcune delle riflessioni più personali, in cui fa interagire la lettura del testo con il proprio vissuto personale. —





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