Il caffè al Verdi è molto “green”: giardini dipinti da scoprire

TRIESTE Quella manciata di minuti tra l’indaco e il violetto che segnano il passaggio tra il giorno e la notte quando la luce scivola verso l’oscurità ha da sempre affascinato il mood creativo degli artisti. Nel poema “Terre desolate” il poeta americano Eliot ne cristallizza la transitoria essenza in «l’ora violetta».
Il crepuscolo, la luce più speciale della giornata presta anche il nome al ciclo di appuntamenti “L’ora violetta. Letteratura e arti al Caffè Teatro Verdi” a cura del classicista Marco Fernandelli e degli storici, dell’arte Ermanna Panizon, e di letteratura teatrale Corrado Travan.
Giunta al quarto anno, la rassegna (già “I lunedì del Caffè Verdi”) allarga i suoi orizzonti per abbracciare anche altre forme di letteratura, le arti figurative e anche la musica. E la seconda serie di incontri - in calendario domani, il 6 e il 13 giugno, sempre alle 20.30 - seguirà il fil rouge, anzi, quello verde, dei giardini dipinti.
Un viaggio tra arte, botanica, illusione e mistica narrativa, che per il primo appuntamento-aperitivo proporrà un mirabile esempio di pittura illusionistica dell’antica Roma. Vale a dire, il celeberrimo giardino dipinto nella villa di Livia, conosciuto anche come “il giardino ingannevole”.
Ovvero gli intonaci dipinti ad affresco di una sala sotterranea di quella che era la villa di Livia Drusilla, moglie dell’imperatore Augusto, un giardino decorato con effetto trompe l’oeil per un tripudio di botanica diversità tra pini, melograni, abeti, viti, allori, rosai e corbezzoli (20 a. C.). Seguito poi dalla conversazione “Giardini di cui non si parlerà, tratto da Virgilio, Georgiche IV”.
L’appuntamento di lunedì 6 giugno vedrà protagoniste due impostazioni di giardini diametralmente ma soprattutto ideologicamente opposte: quella formale sviluppata attorno alla metà del XVI secolo, cosiddetta “all’italiana”, caratterizzata da una suddivisione geometrica degli spazi, con i labirinti, gli specchi d’acqua e le siepi mirabilmente potate dai mastri giardinieri esperti in arte topiaria.
E quella invece legata al Romanticismo, che predilige l’aspetto emozionale del verde e della natura; quindi, degli apparentemente casuali giardini all’inglese. L’english garden con gli accostamenti fantasiosi di prati, cespugli fioriti, erbacee perenni, bacche e annuali, per un giardino quattro stagioni.
A chiudere il secondo ciclo d’incontri il fascino sottile e contemplativo del Sol levante. “Il giardino giapponese”, questo il topic green dell’appuntamento di lunedì 13 giugno: luoghi di contemplazione dall’estetica semplice ma raffinata le cui radici sono influenzate dalla religione, caratterizzati da elementi fortemente simbolici come l’acqua, le rocce e il verde.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo