Il direttore del Piccolo che sfidava i nazisti sabotando il giornale

Lunerdì 8 febbraio alle 18 al Bobbio nuovo appuntamento con la stagione di “Teatro a leggio” con “Il direttore” di Pietro Spirito ed Elke Burul
Nazisti sfilano a Trieste
Nazisti sfilano a Trieste

TRIESTE Lunedì 8 febbraio alle 18 al teatro Bobbio, per la stagione di “Teatro a leggìo” organizzata dagli Amici della Contrada, andrà in scena “Il direttore”, un testo inedito di Pietro Spirito e Elke Burul. Storia lacerante di un uomo alle prese con la sua coscienza e con il rischio costante di soccombere al potere dominante, la storia di Rodolfo Maucci è diventata una piéce teatrale che verrà rappresentata per la prima volta al Bobbio.

Nel gennaio del 1944, dopo l’annessione di Trieste al Terzo Reich, Rodolfo Maucci, germanista professore di tedesco al liceo Oberdan, collaboratore alle pagine culturali del quotidiano “Il Piccolo”: autore di vari libri di lingua e letteratura tedesca, viene obbligato dal capo dell’ufficio stampa del Supremo commissario nazista del Litorale Adriatico ad assumere proprio la direzione del quotidiano cittadino. Non è un invito, ma un ordine, e Maucci obbedisce controvoglia nella convinzione che un rifiuto avrebbe come conseguenza la sua deportazione e, comunque, l’insediamento alla guida del giornale di qualcun altro più disposto di lui a obbedire ai nazisti.

Sin dal momento in cui mette piede da direttore nella storica sede del “Piccolo” in via Silvio Pellico, Maucci ha ben chiaro quale delicatissimo compito lo attende, conscio oltretutto di cosa gli succederà una volta finita la guerra e sconfitto il nazifascismo. Perciò, uno dei primi atti del suo mandato sarà avviare una continua, capillare azione di boicottaggio del suo stesso giornale, di nascosto dagli stessi redattori che spesso gli sono contro, stilando un diario segreto in cui annotare giorno per giorno ogni scelta motivata, ogni notizia cestinata, ogni articolo modificato sul filo delle parole, ogni ordine ricevuto, ogni disobbedienza, ogni velina che è costretto a pubblicare. Tutte le sere, prima di lasciare la redazione, Maucci detta il diario alla sua segretaria, realizzando un dossier difensivo da esibire nel caso in cui possa essere costretto a dare conto del suo operato dopo la guerra. Non gli servirà, almeno non in vita, perché Rodolfo Maucci morirà di crepacuore poche settimane dopo la liberazione dai nazisti, durante l’occupazione jugoslava della città. Primo aguzzino del riluttante direttore è Anton Cerjack, giornalista responsabile del reparto censura dell’Ufficio stampa e propaganda del Supremo commissario nazista. Tra i due è una continua partita a rimpiattino: Cerjack non perde occasione per accusare Maucci di sabotaggio, ma il direttore in fondo non nasconde una certa stima per Cerjack, che è il primo, in alcune occasioni, a riconoscere l’assurdità delle scelte dei suoi comandi. Il diario, già oggetto di studi ma tuttora inedito, è conservato all’Istituto regionale per la storia del movimento di liberazione, e rappresenta uno straordinario documento sul periodo dell’occupazione nazista di Trieste.

In scena Gualtiero Giorgini, Lorenzo Acquaviva, Lorenzo Zuffi, Leonardo Zannier e la stessa Elke Burul, che cura anche la regia. L’ingresso alla lettura è riservato ai soci degli Amici della Contrada : le sottoscrizioni possono essere rinnovate al Bobbio anche domani, dalle 16 alle 17. La quota associativa è di 18 euro (15 per gli abbonati alla Contrada e 10 per chi presenta un nuovo socio).

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