Il mondo della cultura triestino piange Maria Campitelli: fu tra le fondatrici del Gruppo 78

Aveva 93 anni: nel corso della sua carriera ha organizzato centinaia di mostre e promosso numerosi artisti

Maria Campitelli
Maria Campitelli

TRIESTE Il mondo della cultura triestino piange Maria Campitelli: critica d’arte, curatrice di mostre ed eventi di pittura, musica e danza e di esperienze di “public art”, giornalista e fondatrice del Gruppo 78 International Contemporary Art, aveva 93 anni. 

Campitelli è cresciuta in una famiglia di artisti: la zia Ita amava l’arte e la musica, dipingeva e suonava il pianoforte; la madre Lia (il cui nome per intero era Liana Pellegrini) pure amava dipingere. Suo padre, Matteo Campitelli, era nato a Valle d’Istria; a Trieste aveva studiato alla Scuola per Capi d’arte, dove poi insegnò, per poi frequentare la Kunstgewerbeschule a Vienna. Era pittore e ritrattista.

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Maria segue le loro orme e si specializza in Storia dell'arte, materia che insegna all'Istituto d'Arte di Trieste. Nel 1978, con altri artisti ed intellettuali triestini, fonda il "Gruppo 78", per la diffusione dell'arte contemporanea e ne diventa presidente.

Nel corso della sua carriera di critica d'arte militante ha promosso l'attività di molti artisti e organizzato centinaia di mostre, locali ed internazionali.

Nel 2013 ha ricevuto anche il sigillo trecentesco dal Sindaco Cosolini.

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Nonostante avesse da qualche tempo superato la soglia dei novant’anni, non ha mai pensato di mettersi a riposo. «Mi è dispiaciuto non poter andare in Sardegna lo scorso mese per “Arte e robot” organizzata con la collaborazione del Gruppo 78 al Museo di Lula – ha raccontato nell’ultima intervista, rilasciata lo scorso giugno al Piccolo quale “Donna del sabato” dell’inserto PiccoloLibri -. In questo momento sto cercando di realizzare il progetto “Natura bio-robotica” insieme a Valentino Catricalà con il quale nel 2018 ho organizzato il primo festival di arte robotica. Con l’aiuto di due giovani archiviste sto anche riordinando il mio archivio per una digitalizzazione di tutto il materiale che ho raccolto negli anni».

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