Il Numero Primo di Paolini e Bettin perso in un mondo in metamorfosi
È partito ieri pomeriggio il Trieste Bookfest con un incontro affollatissimo all'Auditorium del museo Revoltella. Marco Paolini e Gianfranco Bettin, hanno dialogato con il direttore de “Il Piccolo”...

Lasorte Trieste 20/10/17 - Revoltella, Trieste Bookfest, Paolini, D'Antona
È partito ieri pomeriggio il Trieste Bookfest con un incontro affollatissimo all'Auditorium del museo Revoltella. Marco Paolini e Gianfranco Bettin, hanno dialogato con il direttore de “Il Piccolo” Enzo D'Antona su "Le avventure di Numero Primo". Un libro che è diventato uno spettacolo teatrale e che è in scena in questi giorni al Rossetti. Una storia che nasce «da un mio problema con la tecnologia», ha spiegato Paolini. «Mi sono accorto che il mio modo di pensare sta cambiando e che ho sempre meno bisogno del mondo perché ormai faccio tutto da solo». Un cambiamento, quello tecnologico, che ci porta a costanti aggiornamenti «come quelli del cellulare, che se mi rifiuto di fare, mi ritrovo con continue notifiche a segnalarmi sono rimasto indietro». Ma la tecnologia, ha chiarito Paolini, «non va ridotta a internet: la mappatura del genoma ha portato a cambiamenti importanti, e oggi la ricerca ci porta a utilizzare questa conoscenza per curare le malattie ma anche a cercare di allungare la vita degli esseri umani». «Quando si riesce ad ottenere un risultato in questo tipo di ricerca - ha detto ancora Paolini -, non è scontato mantenerlo nell'ambito di studio. In questo testo ci sono degli animali che migrano verso le città, come in passato hanno fatto gli uomini. Nel libro ci chiediamo: se con gli umani arrivassero animali selvatici nella città cosa accadrebbe?». Gli animali nel libro sono molti, non tutti reali. «Quelli immaginari li costruisce Numero Primo, evocano un mondo in transizione, in metamorfosi», spiega Bettin. Siamo noi a doverci assumere la paternità e il controllo di quello che accade». E di paternità, si è parlato, essendo Numero Primo figlio di una madre tecnologica certa e di un padre che lei sceglie per lui. Il futuro immaginato da Paolini e Bettin è un futuro prossimo in cui esisteranno ancora Trieste e Venezia, due città diverse da come le conosciamo, in cui si può arrivare a Venezia sciando. Un incontro in cui si è parlato di cinema, di analfabetismo tecnologico, di teatro e di spettatori del futuro, ma anche di politica e di educazione e che si è concluso con il suggerimento di Faulkner come autore da leggere. Oggi il Trieste Bookfest ospiterà, sempre al Revoltella, a partire dalle 10, Paolo Di Paolo, Marco Ongaro, Laila Wadia (15.30) e aseguire Valerio Fiandra, Peppe Dell'Acqua e Massimo Cirri con un pranzo d'autore a casa di Gaia Stock e con una Cena D'Autore al San Marco con tutti gli autori.
Sara Del Sal
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