Kian Soltani, una promessa del violoncello

Per il Teatro Nuovo Giovanni da Udine è una settimana nel segno della grande musica. L’eco del concerto di pochi giorni orsono con il maestro Yuri Temirkanov a capo dell’Orchestra Filarmonica di San Pietroburgo, e con, solista d’eccezione, la pianista Martha Argerich, non s’è ancora spento. Né deve spegnersi: eventi di simile portata è giusto rimangano a lungo nella memoria.
Ebbene, mantenendo ben ferme nella memoria quelle note di Aram Khacaturjan, Sergej Prokofiev e Dmitrij Šostakovic (senza trascurare il funambolico bis nel segno di Domenico Scarlatti concesso dalla Argerich), per oggi, alle 20.45, a Udine è già in programma un altro appuntamento di assoluto prestigio. Potremo, infatti, assistere al concerto della Royal Liverpool Philharmonic Orchestra diretta dal suo “Chief conductor” Vasily Eduardovich Petrenko.
Nato a San Pietroburgo nel ’76, quando la seconda città della Russia si chiamava Leningrado, Petrenko in Italia pare ancora troppo poco conosciuto nonostante sia una delle bacchette più interessanti della sua generazione: il suo concerto di stasera costituisce quindi un’ottima occasione per scoprirlo o meglio conoscerlo. Ed è curioso che Petrenko ha potuto godere degli insegnamenti non solo di Mariss Jansons ed Esa-Pekka Salonen ma anche di Yuri Temirkanov: si può dire, allora, che, nell’arco di pochi giorni, il Giovanni da Udine fa salire sul podio il maestro e l’allievo.
Ma stasera potremo anche scoprire o meglio conoscere il giovane violoncellista Kian Soltani, nato a Bregenz (in Austria) da una famiglia persiana. Il programma dell’appuntamento di oggi, prevede l’esecuzione dei Quattro Interludi Marini dal “Peter Grimes” di Benjamin Britten per continuare con lo splendido Concerto per violoncello di Edward Elgar che vedrà, appunto, quale solista, Kian Soltani. È, quest’ultima, una pagina che meriterebbe una notorietà maggiore e che fa riportare alla mente la figura di una violoncellista leggendaria, prematuramente scomparsa (nel 1987) a causa di una lunga malatti: Jacqueline du Pré. La quale, del Concerto di Elgar, è considerata interprete di riferimento specie grazie all’incisione che ne fece con John Barbirolli.
Nella seconda parte dell’appuntamento di oggi potremo poi ascoltare, in prima esecuzione al teatro Nuovo Giovanni da Udine, le Danze Sinfoniche di Sergej Rachmaninov.
Abbiamo rivolto alcune domande al violoncellista.
Maestro Soltani, non trova che il Concerto per violoncello di Elgar sia meno famoso rispetto ai Concerti per lo stesso strumento di Schumann o di Dvorák?
«Penso che il Concerto per violoncello di Elgar sia importante come gli altri concerti citati. È un pezzo fantastico fortemente caratterizzato da un profondo significato filosofico e da grandi momenti emotivi. Grazie alle esecuzioni di Jacqueline du Pré è diventato sempre più celebre e direi che oggi è meritatamente a un livello di parità rispetto a quelli di Schumann o di Dvorák».
È la prima volta che collabora con il maestro Vasily Petrenko?
«Ho già suonato una volta con lui, in novembre, ed è stata un’esperienza fantastica che sono molto impaziente di ripetere».
Qual è il collega che ammira maggiormente?
«Non uno ma tre violoncellisti: Steven Isserlis, Giovanni Sollima e Yo-Yo Ma».
Lei è giovanissimo: ha 25 anni. Qual è il suo sogno in musica?
«Fare musica con grandi amici e artisti nonchè continuare a imparare cose nuove ogni giorno della mia vita».
Lei è membro della fondazione di Anne-Sophie Mutter (Anne-Sophie Mutter Foundation). Qual è il suo rapporto con la grande violinista?
«Mi aiuta nel prendere decisioni difficili. Posso sempre contare su di lei per qualunque cosa».
Lei è nato a Bregenz, in Austria, da una famiglia di origini persiane. Cosa conosce dell’Italia?
«Amo la pizza, la pasta, il sole, le spiagge e le donne bellissime. Sì, l’Italia ha tutto ciò ed è quindi un Paese perfetto».
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