La cugina Erminia Dionis Bernobi: «Vivo per raccontare la tragedia»

Benedetta Moro

Erminia Dionis Bernobi, 89 anni, instancabile sarta, ancora oggi in attività, “la più anziana contribuente del Friuli Venezia Giulia”, leggerà un suo ricordo domani durante la messa delle 19 in memoria della cugina Norma Cossetto, studentessa istriana violentata e infoibata a 23 anni. Lo farà per il centenario della nascita della giovane nella Chiesa di Nostra Signora di Sion di via don Minzoni. Un ricordo da parente acquisita (Erminia era moglie del cugino di Norma), che ci riporta indietro di 89 anni, nel giorno del 21esimo compleanno della martire. «Norma - dice Erminia -, oggi avrebbe compiuto cento anni. Tanti sono i ricordi, più tristi che gioiosi, ma non posso dimenticare il giorno in cui lei diventò maggiorenne, anni 21. Era felice, avevi il mondo nelle sue mani, la vita ti sorrideva, io avevo dieci anni». Erminia ricorda la festa di compleanno: «Eravamo stati invitati da lei, dopo il saggio, con altri bambini, a mangiare i buzzolai (dolci istriani, ndr) e non capivo cosa voleva dire essere maggiorenni. Licia, sua sorella, la riprendeva: “Non darti tante arie, non vorrai mica comandarmi di più?”». «In questi anni - dice ancora Erminia Dionis Bernobi - sono rimasta sola per testimoniare la verità della sua tragedia, una brutta fine: la foiba. Norma è stata onorata con la medaglia d’oro: vie, piazze e il mondo intero la ricordano per onorare il suo martirio. Io avrei preferito abbracciarla e farle un vestito per i suoi cento anni».

«La tragedia di Norma - conclude Erminia- è stata anche la mia tragedia: sono dovuta fuggire da Santa Domenica tre anni dopo la sua morte, nel 1946, quando ero 15enne, dopo che uno dei suoi aguzzini era entrato nella sartoria in cui lavoravo, urlando ‘Tutti i Cossetto in foiba, sono tutti fascisti, ne abbiamo uccisi pochi’. Io voglio vivere ancora per raccontare questa storia a chi non crede». —

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