La goriziana Li Gioi in scena con la saponificatrice

Goriziana trapiantata a Roma dalla metà degli anni ottanta, Enza Li Gioi è una figura poliedrica: imprenditrice, autrice e attrice dal temperamento forte, è riuscita a farsi strada nella capitale mantenendo sempre la schiena diritta e senza mai scendere a compromessi. A Trastevere gestisce dal 1999 un caffè letterario, Lettere Caffè, che ospita ogni settimana concerti dal vivo, poetry slam ed eventi culturali di vario genere e a breve debutterà sul palco del Teatro Abarico con la sua ultima fatica, “Soap Operetta”, un grottesco thriller musicale che riporta in scena uno dei casi di cronaca nera italiana più deliranti dell'ultimo secolo. Lo spettacolo s'ispira infatti alla figura di Leonarda Cianciulli, la saponificatrice di Correggio, che dal 1939 al 1941 ammazzò, per amore del figlio, tre amiche, sciogliendone i corpi smembrati in soda caustica per ricavarne delle cremose saponette. Li Gioi non è nuova a questo tipo di tematiche fortemente disturbanti. Il noir è un genere che l'ha affascinata fin da bambina, si ritrova nei suoi romanzi e nel suo debutto teatrale di qualche anno fa, il bizzarro vaudeville “A chi gioverebbe – Delitto e castigo in una casa di piacere”, ambientato nel 1957, a pochi mesi dall’approvazione della legge Merlin, e ispirato al celebre romanzo di Dostoevskij.
«Nelle mie opere – racconta Li Gioi – il male, ineliminabile dalla natura umana, è sempre presente in maniera ironica: punto sul male per esorcizzarlo, per disarmarlo con gli strumenti della satira. D'altra parte sono cresciuta in un'atmosfera noir. Da piccola mia madre, di origine croata, raccontava a me e alle mie sorelle storie macabre tratte dalla sua tradizione: c'era sempre qualche bambino che moriva in maniera atroce. E anche le mie letture si sono orientate in questo senso: adoro le atmosfere cupe nei romanzi e nei film, dalle sorelle Bronte a Hitchcock». Ma anche se racconta storie d'altre epoche, l'autrice goriziana vi inserisce sempre degli elementi legati all'attualità. È un'operazione presente anche in “Soap Operetta”, prodotta da Lettere Caffè, che andrà in scena da domani al 20 febbraio, grazie al network di TogetherTheatre, e in cui Li Gioi vestirà i panni della protagonista, affiancata dagli attori Daniela Cavallini, Emiliano Galli, Emanuele Parlati, Jose Guevara, Kassim Yassin e Simona Sorbello, con l'apporto musicale di Francesco Paniccia al pianoforte, la scenografia di Carlo Sabelli e la regia di Maria Elena Masetti Zannini, con la collaborazione di Luca Olivieri. Nel suo nuovo “musithriller commedia” infatti il figlio della protagonista, quello per il cui bene lei agisce da killer, è un ragazzo di colore che vorrebbe cambiare sesso, ma non ha i soldi per la costosa operazione. Al centro della scena di Li Gioi, nelle opere teatrali così come nei romanzi, ci sono spesso figure femminili forti e ribelli, senza peli sulla lingua, un po' come lei, che da titolare di LettereCaffè denunciò pochi anni fa i vigili urbani di Roma per averle chiesto una mazzetta. “Al momento siamo ancora in causa e probabilmente andremo avanti ancora per anni – dice -: a Roma, città che io ritengo la più bella al mondo, c'è un'omertà diffusa e una maleducazione a cui noi goriziani non siamo per nulla abituati”. Ma Li Gioi, che ha un passato importante nel marketing editoriale, abbandonato poi per disillusione, resiste e va avanti imperterrita con il suo caffè letterario: “C'era un'epoca in cui un libro era il risultato di uno sforzo comune di autore ed editore. Oggi l'editoria è qualcosa di molto cinico: un editor prende un libro e lo snatura per adeguarlo a lettori che ormai sono omologati nei gusti. Ma ho ancora fiducia nel pubblico: nelle serate dedicate a poetry slam e concerti il mio locale fa sempre il pienone. Da 17 anni”.
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