Le 3 Q di Sarah Cosulich che guida la Quadriennale «Meno artisti, più impatto»

ROMA. Disegnare «un panorama ampio delle forze vive dell'arte italiana», che nel 2020 troveranno una prima dimensione multidisciplinare nell'appuntamento con la mostra al Palazzo delle Esposizioni. Costruire «la nuova sede che nel 2021 vedrà il trasferimento all'Arsenale Clementino, nei cui tre corpi troverà posto anche uno spazio espositivo permanente». Il presidente della Quadriennale Franco Bernabè, a metà strada dei tre anni di lavoro, traccia l'orizzonte di un futuro che non vuole limitarsi al mero passaggio tra una mostra e l'altra, ma diventare viaggio permanente nell'arte viva italiana. «Non diciamo arte contemporanea - puntualizza infatti il direttore artistico, la triestina Sarah Cosulich - ma parliamo semplicemente di arte». Nominata nel 2017 Cosulich, con il curatore Stefano Collicelli Cagol, ha dato vita tra il 2018 e in vista del 2020 a un progetto che prevede una serie di appuntamenti declinati nelle tre 'Q', anima che ritroviamo anche nel nuovo logo: Q-Rated, ovvero workshop della durata di tre giorni; Q-International, che sostiene le iniziative espositive di italiani coinvolgendo istituzioni estere; Q-2020, ovvero la 17° quadriennale che inaugurerà al Palazzo delle Esposizioni l’1 ottobre e sarà aperta fino al 10 gennaio 2021.
«La mostra - spiega Cosulich - sarà dedicata alla multidisciplinarietà e non sarà solo di giovani ma ci saranno anche artisti che dagli anni Sessanta a oggi hanno rappresentato un punto di riferimento per l'arte senza però avere la giusta visibilità. Designer, musicisti magari, importanti per gli sviluppi dell'arte italiana». Meno gli ospiti esposti, aggiunge Cosulich, «per dedicare più spazio a quelli presenti, in modo da creare un impatto significativo con il visitatore. Ci sono stanze di artisti che rimangono nella nostra memoria, noi aspiriamo a questo».
Il 2021 sarà poi l'anno in cui aprirà la nuova sede dell'Arsenale Clementino. Un edificio in tre corpi, enorme, che con il contiguo San Michele darebbe vita a un gigantesco polo d'arte «e che - spiega ancora Bernabè - dovrebbe tornare a essere collegato in qualche modo con il Tevere come era in origine». La realizzazione è attesa per la chiusura della mostra della Quadriennale, quando tutto si sposterà nei tre corpi dell'arsenale. Qui, nella corderia, spazio ad archivio e uffici, mentre una parte, quella dei Magazzini del sale, sarebbe destinata al ristorante. L’edificio dell'arsenale diventerà spazio espositivo permanente.
Al momento, però, c'è il grande archivio nella bellissima sede di Villa Carpegna, dove «abitano» 14 mila fascicoli di documentazione su artisti del ’900, 2 mila fascicoli, 30 mila tra fotografie, negativi ed ektachrome, 100 tra pellicole e videocassette, mille manifesti, 40 mila volumi, 2150 riviste d'arte e molto altro visitabile ogni giorno. —
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