Lea Garofalo, una donna contro l’ndrangheta
ROMA. Un modello civile di coraggio: una madre e una figlia, due giovani donne, che mettono al centro il senso della vita rispetto alla malavita organizzata e al destino di sottomissione delle donne di clan. Il regista cinematografico Marco Tullio Giordana è tornato dietro la macchina da presa per un tv movie, per Rai fiction ispirato alla storia di Lea Garofalo nel 2009 uccisa e bruciata nei dintorni di Monza, in un agguato organizzato dal suo ex compagno, il boss della 'ndrangheta Carlo Cosco. Ed è un omaggio alla figlia di Lea, Denise che ha saputo trovare la forza per denunciare il padre.
'Lea’ è tra i film tv più attesi della stagione fiction, in onda prossimamente su Rai1, scritto da Monica Zapelli e Marco Tullio Giordana. Protagonista è l'attrice pugliese Vanessa Scalera (Mia Madre di Nanni Moretti, Vincere e Bella addormentata di Marco Bellocchio); nel cast anche Linda Caridi, Alessio Praticò, Mauro Conte e Matilde Piana.
Lea Garofalo Petilia Policastro (1974 - 2009) è cresciuta in una famiglia criminale calabrese. E un criminale è anche il padre di sua figlia Denise, partorita a soli 17 anni: Carlo Cosco. Lea, però, desidera una vita diversa. Nel 2002 decide di collaborare con la giustizia e viene sottoposta, con sua figlia, al regime di protezione. Racconta ai magistrati i loschi affari dell'ex compagno e del suo clan. La giovane madre verrà rapita per strada, torturata e alla fine uccisa. Pur essendo solo una ragazzina, Denise non si piegherà e permetterà di individuare e processare tutti i responsabili dell'omicidio, costituendosi parte civile contro suo padre.
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