Leonardo Zannier a New York

Nella Grande Mela con Jack Calcagno nato al Pupkin Kabarett

"Jack Calcagno, New York chiama Trieste": questo il titolo dello spettacolo che Leonardo Zannier porta giovedì al Carmine Street Theater di New York.

Il poliedrico cantante e attore triestino, accompagnato dal pianista Antonio Kozina, proporrà al pubblico della Grande Mela lo show da lui scritto, diretto ed interpretato, calandosi nei panni di Jack Calcagno, giovane americano nato a Reno, Nevada, terra di gangster e gioco d'azzardo, che se ne va in Italia per ritrovare la sue radici e raccontare il viaggio della sua famiglia, emigrata in America nei primi anni del Novecento. Al suo arrivo a Trieste Jack, con il suo italiano americano, si scontra con modi di dire, usanze, dialetti, e l'ironia del racconto e delle gag si trasforma in musica. Fra l'America e l'Italia, tra lo swing, Gershwin e Frank Sinatra fino alle melodie italiane (e triestine) più note passando per Broadway e il teatro comico americano, Jack conduce lo spettatore in un'incursione nostalgica e spensierata. La serata newyorkese è organizzata dall'Eraple (Ente Regionale ACLI per i Problemi dei Lavoratori Emigrati) del Friuli Venezia Giulia insieme all'Associazione Giuliani nel Mondo di Trieste, con il contributo della Regione.

Il simpatico crooner Jack Calcagno nasce nel 2009 in seno al Pupkin Kabarett, da lì, il personaggio prende vita propria: «Ho raccolto il materiale, aggiunto canzoni ed è nato il fulcro dello spettacolo, che ha debuttato a marzo 2014 - spiega Zannier -. È andata bene e hanno cominciato a richiedermelo in tutta la provincia e poi nel Triveneto, ho fatto una cinquantina di repliche. Nel 2014 sono stato premiato a Gradisca come miglior attore e come miglior spettacolo».

Della versione che propone giovedì dice: «Per portarlo a New York ho mantenuto nel testo i riferimenti a Trieste ma alcune parti legate all'umorismo locale le ho cambiate in modo che siano fruibili per tutta la comunità italiana e non solo quella giuliana. Ho lasciato quasi tutte le canzoni e in chiusura una poesia di Saba, a cui sono affezionato". Lo spettacolo arriva a tutti anche perché: "Il tema centrale è cercare il proprio posto nel mondo ed è una cosa che tocca chiunque, anche chi sta bene sente questa spinta».

Zannier si aspettava di arrivare un giorno a portare il suo Jack Calcagno negli Usa? Sicuramente lo sognava: «Gli artisti sono tali anche perché vivono proiettati nella dimensione del sogno, quindi speri sempre che succeda qualcosa a livello umano e professionale».

Elisa Russo

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