Link: «Giusto aiutare gli altri anche quando è pericoloso»

di ROBERTO CARNERO Oltre 30 milioni di copie di libri vendute nel mondo, di cui un milione in Italia: queste le cifre da capogiro di Charlotte Link, di cui ora giunge in libreria un nuovo romanzo,...
Di Roberto Carnero

di ROBERTO CARNERO

Oltre 30 milioni di copie di libri vendute nel mondo, di cui un milione in Italia: queste le cifre da capogiro di Charlotte Link, di cui ora giunge in libreria un nuovo romanzo, “La scelta decisiva” (traduzione di Alessandra Petrelli, Corbaccio, pagg. 432, euro 18,60). La scrittrice tedesca, nata nel 1963, firma uno psico-thriller inquietante e sorprendente. Sullo sfondo di una Francia ferita, ancora pervasa dalla della paura degli attentati terroristici, le storie di persone apparentemente lontane fra loro si intrecciano in modo inaspettato.

Simon decide di trascorrere le vacanze di Natale con i figli, nella casa al mare del padre, cedendo all'ennesima richiesta della ex-moglie e mettendo alla prova ancora una volta la pazienza della sua nuova compagna. Tuttavia i piani all'ultimo momento saltano, e lui si ritrova da solo in un paese nel Sud della Francia. Dubbioso su che cosa fare, Simon sulla spiaggia si imbatte in un alterco fra due uomini e una giovane donna, Nathalie. Disperata, senza soldi, senza documenti, la donna non sa dove andare, e Simon le offre ospitalità. Ma questa decisione lo farà precipitare in un incubo.

Signora Link, al centro del suo libro c'è il tema della famiglia. Perché questo interesse?

«È una storia sulle difficoltà nei rapporti tra uomo e donna e sulle maschere che indossiamo per offrire all'esterno un'immagine perfetta di noi. Un libro che indaga gli abissi della psiche».

Chi sono Simon e Nathalie?

«Persone molto diverse tra loro, con una cosa in comune: si trovano in un momento critico della loro vita. Simon è un uomo insicuro, che tende ad adattarsi alla volontà degli altri e a perdere la propria autonomia. Nathalie è apparentemente forte e decisa, ma nasconde le ferite di un trauma profondo. Accostandosi a lei, Simon si pone in una situazione pericolosa».

Simon, decidendo di aiutare Nathalie, compie una scelta rischiosa...

«Volevo parlare proprio di questo, cioè di come nella vita siamo messi di fronte a scelte che dobbiamo fare senza il tempo necessario per riflettere sulle conseguenze. Si tratta di capire, per Simon, se aiutare o meno una persona in difficoltà. Lui risponde d'istinto, con generosità. Se c'è un messaggio nel mio libro è questo: vale la pena andare incontro all'altro, paradossalmente anche se, così facendo, mettiamo a repentaglio le nostre sicurezze».

Sullo sfondo della trama c'è la paura che pervade i Paesi europei dopo i vari attentati messi in atto dai terroristi dell'Isis. Come si vive oggi in Germania questa situazione?

«Dopo l'attacco di Berlino, avvenuto al mercatino natalizio, per alcuni giorni la città era deserta. Poi, però, questa paura è rientrata, e ora la gente è tornata a comportarsi come prima. Nessuno intende rinunciare alla libertà del nostro stile di vita».

Come viene valutata la politica dell'accoglienza nei confronti di profughi e migranti extraeuropei voluta da Angela Merkel?

«Negli ultimi mesi ha perso molto i favori della popolazione tedesca, almeno stando ai sondaggi. I miei connazionali sono preoccupati. Angela Merkel ha deciso per l'accoglienza, e questo al limite può anche andar bene; ma non ha spiegato in alcun modo come intende realizzare concretamente tale progetto. Si è limitata a una mozione degli affetti. Se però non spieghi alla gente che cosa intendi fare per gestire un fenomeno complesso come quello migratorio, generi paura e disorientamento. Da qui il preoccupante avanzare dell'estrema destra».

Torniamo al suo lavoro di scrittrice. Lei ha iniziato la sua carriera con romanzi storici, per proseguire con gli psico-thriller. Come mai questa evoluzione?

«Diciamo che il mio percorso di narratrice ha seguito quello di lettrice. Da ragazza peferivo la grande narrativa storica, poi hanno cominciato ad affascinarmi le storie di persone comuni. Sempre, però, poste di fronte a un trauma, a un problema, a una difficoltà. In tali condizioni puoi mettere a nudo l'animo umano e scandagliarlo in profondità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo