“Macbettu”, il Bardo è sardo allo Sloveno di Trieste

TRIESTE. Di “atroce bellezza” ha parlato la critica teatrale davanti a spettacolo – il “Macbettu” che Alessandro Serra trae da Shakespeare – che riesce a utilizzare elementi della tradizione barbacina senza contemplarla e restituirla in modo statico, ma utilizzando ogni codice espressivo in modo sincero e leggibile ai contemporanei, quindi ambiguo, affascinante, tragico. Lo spettacolo - che ha meritato i premi più ambiti del panorama italiano - è in scena a Trieste grazie alla sinergia fra il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e il Teatro Stabile Sloveno, in scena anche stasera dopo il deputto di ieri.

Alessandro Serra, geniale regista, ha saputo riscrivere il “Macbeth” di Shakespeare e eseguirlo sulla scena racchiudendolo in una partitura di segni in cui riecheggiano la cultura e la tradizione sarda: un’operazione che sulla carta può apparire per lo meno ardita e che invece è carica di fondamento e di significato. Tanto che lo spettacolo conquista fin dal debutto pubblico e critica.

Lo spettacolo va ad abitare una dimensione che è definita da un lato dalle intuizioni geniali del “Macbeth” di Shakespeare, dall’altra dall’ispirazione del regista di fronte al Carnevale barbaricino (lo spettacolo è in lingua sarda con sopratitoli, tradotto da Giovanni Carroni). L’universalità e la pienezza di sentimenti, millimetricamente in bilico sul punto di deflagrare, appartengono al grande elisabettiano. Dai Carnevali sardi proviene invece la visione di uomini a viso aperto che si radunano con uomini in maschere tetre, mentre i loro passi cadenzano all’unisono il suono dei sonagli: «

I biglietti ancora disponibili si possono acquistare nei consueti punti vendita e circuiti , dal sito www.ilrossetti.it o al Teatro Sloveno prima dello spettacolo. —

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