Magris: «La realtà è talmente imprevedibile da far concorrenza alla letteratura»

GORIZIA. Rimaneva solo da ascoltarlo: che Claudio Magris fosse il vincitore del premio FriulAdria "Il romanzo della storia" (in collaborazione con Pordenonelegge e Premio Luchetta) già lo si sapeva....
Bumbaca Gorizia 21_05_2016 èStoria 045 Premio Friuladria a Claudio Magris © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 21_05_2016 èStoria 045 Premio Friuladria a Claudio Magris © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

GORIZIA. Rimaneva solo da ascoltarlo: che Claudio Magris fosse il vincitore del premio FriulAdria "Il romanzo della storia" (in collaborazione con Pordenonelegge e Premio Luchetta) già lo si sapeva. Il riconoscimento, formalmente, gli è stato attribuito ieri da Chiara Mio, presidente di FriulAdria, Adriano Ossola, anima di èStoria, Alberto Garlini, curatore di Pordenonelegge. «Sono molto toccato dal premio - ha detto Magris - e, in particolare, dal fatto di riceverlo a Gorizia, città mia e non mia, e con cui mi sono rapportato molte volte, fin dagli anni della mia giovinezza confrontandomi con alcuni suoi figli come Enrico Mreule e Carlo Michelstaedter».

Quindi, il germanista e narratore triestino ha conversato con il giornalista de “Il Piccolo” Alessandro Mezzena Lona a proposito de "Il Romanzo è la Storia", inchiodando alle sedie la fitta platea della tenda Erodoto dei goriziani Giardini pubblici in un viaggio senza confini che ha spaziato, tanto per fissare qualche paletto, tra Manzoni, Turgeniev, Mark Twain, Norman Mailer, Raffaele La Capria: ciò in un elenco che non può non essere incompleto date le numerose citazioni da cui Magris ha attinto per, spronato da Mezzena Lona, svolgere il tema dell'appuntamento di èStoria senza ovviamente tralasciare la sua fatica ultima: "Non luogo a procedere".

«Sono sempre stato affascinato dalla realtà - ha affermato Magris -. Ognuno di noi sa che nelle cose accadute c'è tanta imprevedibile realtà nel bene e nel male da far concorrenza alla letteratura; anzi, talvolta, per non essere kitsch, la letteratura deve togliere qualcosa rispetto la vita reale: anche a me è capitato di farlo». Ancora, Magris, affrontando il problema del rapporto tra realtà e finzione, s'è soffermato sulle difficoltà del narrare la storia: «Ciò che era possibile a uno scrittore dell'800, quando raccontava la storia nella sua razionalità, nel suo "ordinato" svolgersi degli eventi, oggi non è più possibile. Lo scrittore dell'800, ed è quanto ad esempio fa Victor Hugo, poteva usare lo stesso stile negli scritti d'invenzione come negli scritti politici ma l'uso di uno stesso stile in scritti di tipo diverso già a Kafka non era più possibile».

Ardue tematiche, rese affascinanti da una personalità d'eccezione, che non hanno scoraggiato chi ha voluto porre qualche domanda nel dibattito conclusivo.

Alex Pessotto

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