Nell’Europa inquieta l’espressionismo sloveno cercò i volti dell’uomo nuovo

Alla Galleria Božidar Jakac di Kostanjevica na Krki un confronto con le opere degli artisti tedeschi e praghesi



Le opere dei più importanti artisti espressionisti sloveni, cechi e tedeschi sono riunite in una mostra intitolata “Obrazi ekspresionizma” (Volti dell’espressionismo) allestita negli ampi spazi espositivi della Galleria Božidar Jakac di Kostanjevica na Krki, in Slovenia.

L'esposizione è stata realizzata in collaborazione con il Museo Ceco GASK di Kutná Hora per la cura di Goran Milovanović, direttore della Galleria Božidar Jakac, e di Robert Simonišek. Propone 180 opere, tra dipinti, grafiche e sculture di cui 24 sono di autori tedeschi, 19 di artisti cechi e le altre dei protagonisti sloveni, in un arco temporale compreso tra il 1905 e il 1925.

L’intento è quello di collocare l'espressionismo sloveno nell’ambito culturale e artistico centro-europeo, mettendo a confronto le principali voci di questa tendenza, tra le più significative dell’inizio Novecento, indagando i temi più ricorrenti.

Nato ufficialmente a Dresda, per volontà di quattro studenti di architettura che nel giugno del 1905 fondarono il gruppo “Die Brücke” (Il ponte), l’espressionismo tedesco è in parte influenzato dal pensiero di Friedrich Nietzsche, caratterizzato da un forte anelito spirituale, da un desiderio etico di rinnovamento, dall’aspirazione ad un uomo nuovo. La tensione emotiva con cui gli artisti esprimono le loro idee e il loro disagio rispetto la società contemporanea, si manifesta nei colori accesi, densi, stesi violentemente sulla tela come appare nelle opere di Ernst Ludwig Kirchner e Karl Schmidt-Rottluff tra i fondatori del movimento, di Emil Nolde e Max Pechstein che si aggiunsero poco dopo, di Käthe Kollwitz che meglio rappresentò le tematiche sociali all’interno di questa corrente.

Nell’ambiente artistico praghese l’influsso dell’espressionismo tedesco si somma ad altre suggestioni di diversa provenienza. La mostra di Kostanjevica focalizza l’attenzione su pittori quali Emil Filla e Bohumil Kubišta fondatori del gruppo Osma (Gli otto) e sulle opere di August Brömse, Josef Čapek, o dello scultore Otto Gutfreund, che, in diversa maniera, reinterpretano in chiave personale il linguaggio espressionista guardando alla pittura visionaria e dolorosamente esistenziale di Edvard Munch o alla scomposizione di matrice cubista.

Praga fa quindi da tramite per gli artisti sloveni che lì frequentano l’Accademia di Belle Arti per poi muoversi tra Vienna, Monaco, Parigi, a volte pure Firenze e Roma.

Anche nel loro caso le influenze risultano diverse come le tematiche che vengono ad affrontare. Tra i precursori Fran Tratnik rimane ancora legato al realismo tardo ottocentesco, privilegiando il disegno quale strumento espressivo più idoneo a rappresentare le condizioni di vita degli emarginati, delle classi proletarie e contadine.

I fratelli France e Tone Kralj risentono invece dell’arte secessionista di Gustav Klimt, riprendendone l’inclinazione simbolista e la linea ondulata di carattere decorativo in una composizione tuttavia più semplificata, di gusto quasi primitivo. Entrambi sia pittori che scultori, rappresentano soggetti di carattere allegorico e religioso in cui riflettono a livello universale sul destino dell’uomo.

Veno Pilon è presente in mostra con alcuni ritratti, paesaggi, pitture e grafiche potentemente sintetiche e indubbiamente incisive; negli anni Venti era stato tra gli animatori del circolo artistico goriziano insieme a Luigi Spazzapan, del qual viene esposto il ritratto in bronzo che fece dell’amico di Aidussina in tono caricaturale.

Božidar Jakac alterna una pittura dai toni sfumati e dalle atmosfere sospese di intensa carica emotiva, alla grafica caratterizzata da un segno fortemente espressivo. Protagonista del movimento d'avanguardia soprannominato Primavera di Novo Mesto, fu tra i fondatori dell’Accademia di Belle Arti di Lubiana.

In particolare nell’ambito della grafica si distinguono quindi i nomi di Miha Maleš e di altri due fratelli: Nande e Drago Vidmar. Accompagnata da un ampio catalogo in lingua slovena e tedesca che approfondisce i vari aspetti dell’espressionismo di area centro-europea anche per quanto riguarda la letteratura e la musica, la mostra rimarrà aperta sino al 20 settembre (da martedì a domenica, dalle 10 alle 18). —





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