Neri: «Venivo a Trieste ai raduni degli esuli»

L’attrice, che sarà nelle sale a Natale nel nuovo film di Aldo Giovanni e Giacomo, ospite a Maremetraggio
Di Beatrice Fiorentino

Francesca Neri torna a girare, a Milano, sul set del nuovo film di Aldo, Giovanni e Giacomo “Il ricco, il povero e il maggiordomo”, la cui uscita è prevista in sala per il prossimo Natale. «Sarà un film divertentissimo», giura l’attrice, che per obblighi contrattuali non può ancora rivelare nulla sulla storia e sul suo personaggio, particolari che saranno comunque resi noti molto presto.

«La sceneggiatura fa molto ridere - ribadisce - e la mia è una partecipazione a cui mi presto volentieri. Spero di divertirmi con loro, perché sono persone che stimo molto».

Dopo una carriera in cui hanno trovato spazio le produzioni più diverse, dai film d’autore (“Carne Tremula” di Pedro Almodovar, “Le età di Lulù” di Bigas Luna, “Pensavo fosse amore… invece era un calesse” di Massimo Troisi, “La mia generazione” di Wilma Labate) ai blockbuster americani (“Hannibal” di Ridley Scott, “Danni Collaterali” di Andrew Davis), Francesca Neri non disdegna di esplorare lidi meno impegnati. Non a caso, nel 2012, l’attrice aveva preso parte alla commedia “Una famiglia perfetta” di Paolo Genovese.

Una svolta comica? «Diciamo che andando avanti con gli anni ci si diverte di più - racconta. - La maturità ti regala una sorta di leggerezza in cui rientrano l’autoironia, la capacità di ridere di sé e di divertirti mentre lavori. Quando ero giovane mi proponevano di più i ruoli drammatici. Nella commedia, è vero, devi essere ben diretto, però io credo di avere le corde giuste per fare un buon lavoro anche in ruoli comici». La sua bellezza fine e misteriosa l’ha consacrata come icona estetica del cinema italiano, soprattutto negli anni ’90, quando le parti che interpretava erano spesso mirate a valorizzarne l’aspetto. Oggi quella bellezza è immutata, ma Francesca Neri può sentirsi più libera nel condurre la sua carriera in ogni direzione possibile. «Effettivamente prima era come se la bellezza venisse sempre prima di tutto», racconta. «E questo aspetto, nel mio lavoro, può ritorcersi contro e diventare una schiavitù, perché non vengono valorizzate le tue qualità attoriali. Ma io sono stata molto fortunata, perché ho avuto l’occasione di lavorare con autori che mi hanno regalato esperienze importanti».

La sua è una carriera internazionale di tutto rispetto che l’ha portata non di rado a lavorare all’estero, «un’esperienza che ho fatto – dice – ma che a un certo punto ho sentito di dover abbandonare. Mio figlio Rocco (avuto dal compagno Claudio Amendola, ndr) era piccolo, aveva bisogno di punti fermi e io ho sentito la necessità di dargli quelle certezze». E questo impegno assunto nei confronti della famiglia non è certo stato un limite visto che, dovendo ridurre gli spostamenti, la Neri ne ha approfittato per intraprendere alcuni progetti in veste di produttrice.

Molto presto la vedremo a Trieste, ospite di Maremetraggio che quest’anno la omaggia con una retrospettiva in cui verranno riproposti alcuni dei titoli più significativi della sua carriera. L’attrice assisterà a tre giornate dell’International ShorTS Film Festival, di scena dal 28 giugno al 5 luglio, e per l’occasione ha girato delle brevi presentazioni video che saranno proiettate prima dei film in rassegna, per far riaffiorare «qualche ricordo su quell’esperienza, sul regista… è stata un’occasione per rivedere la mia carriera e accorgermi, per esempio, che alcuni dei registi a cui ero molto legata non ci sono più. Massimo Troisi, Bigas Luna e Giuseppe Bertolucci».

Ma per l’attrice è anche un’opportunità speciale per fare ritorno a Trieste, città legata ai ricordi della sua infanzia e soprattutto ai raduni degli esuli istriani, a cui il padre, originario di Pisino, partecipava tutti gli anni.

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