Perché gli uomini devono ascoltare l’anima del mondo

Sette saggi riuniti mentre la Terra è minacciata da un catastrofe nel racconto filosofico di Frédéric Lenoir

La politica ha esaurito le batterie da tempo. Le religioni tendono più a dividere che a unire. La vita di ogni giorno non riesce a tenere a bada sempre nuove paure. E allora? Come accadeva nel mondo antico, e un po’ nel corso di tutto il cammino dell’umanità, ritornano alla ribalta i filosofi. Cercatori di verità che non si trincerano dietro dogmi, dietro assiomi indiscutibili.

E il bello è che, come nel passato, ritornano di moda i racconti filosofici. Come sa bene chi ha già letto qualche libro di Frédéric Lenoir. Nato a Madagascar, classe 1962, ricercatore all’École des hautes études en sciences sociales, autore de “Il segreto” e “La felicità, Un viaggio filosofico”, il sociologo e filosofo francese esce adesso con un nuovo libro: “L’anima del mondo” tradotto da Anna Maria Lorusso per Bompiani (pagg. 231, euro 13).

Lenoir immagina che a sette saggi, sparsi in giro per il mondo, arrivi all’improvviso una strana premonizione. Un messaggio occulto che li spinge verso Tulanka, dove sorge tra le montagne tibetane un monastero dimenticato. Ognuno di loro è aggrappato agli insegnamenti della propria religione: dall’ebraica alla musulmana, dalla cattolica all’indù. Ma c’è pure una sciamana, un mistico cinese e una filosofa olandese, che decide di portare in viaggio con sé la figlia Natina. Anche perché, dal momento che il suo matrimonio è naufragato, non saprebbe a chi lasciarla.

Sarà proprio Natina a scoprire che l’incontro dei sette saggi dovrà elaborare un messaggio da lasciare in eredità a lei. E al giovane Tenzin, che nel monastero è stato cresciuto fin da piccolo come reincarnazione del precedente lama tibetano. Saranno loro a doverlo, poi, tramandare a chi sopravviverà al terribile cataclisma che si sta per abbattere sulla Terra.

Questo messaggio racchiude in sé una saggezza trasversale. Quella che, partendo dagli antichi pensatori per arrivare fino a Baruch Spinoza, ha riconosciuto nella Natura la vera divinità capace di regolare le nostre vite. E nell’anima del mondo quel patrimonio di leggi universali a cui l’uomo non dovrà mai fare a meno di rapportarsi. Perché è dalla forza luminosa che regola l’universo che discendono l’accettazione di ciò che è, la conoscenza, l’amore e la capacità di vivere insieme agli altri. Come dire: il senso della vita.

Convinto che il nostro mondo pulluli di profeti della divisione, della contrapposizione, della non accettazione dell’altro, Lenoir ritrova nell’anima del mondo la forza misteriosa a cui aggrapparsi. Per immaginare un futuro che non sia segnato solo da violenze, speculazioni, guerre. Per far capire a tutti che bisogna ritrovare al più presto un rispettoso equilibrio tra i corpi, le menti. Tra gli uomini.

alemezlo

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