Pogorelich al Mittelfest: «Mi sento a casa in tutti i paesi del mondo»

Tra i protagonisti di Mittelfest 2019 c’è il pianista Ivo Pogorelich che oggi si esibirà alla chiesa di San Francesco, a Cividale, alle 20. Sempre con riguardo alla musica, nel programma odierno va anche segnalata la prima nazionale di “Mississipi Goddam: an homage to Nina Simone”, alle 22, in piazza Duomo, con la Jazz Orchestra del Concertgebouw diretta da Dennis Mackrel; la voce sarà quella di Sabrina Starke.
Maestro Pogorelich, Bach, Beethoven, Chopin e Ravel. C’è un filo conduttore nel programma che ha voluto per il suo concerto di Cividale?
«Ogni programma dovrebbe fornire logica e contrasti allo stesso tempo per il beneficio degli ascoltatori. Questo programma particolare contiene musica di varie epoche e dimostra diverse abilità che il pianoforte offre come strumento».
Lei è nato a Belgrado, da padre croato e da madre serba. A Cividale suonerà nell’ambito di Mittelfest. Si sente prima di tutto un artista dell’ex Jugoslavia, mitteleuropeo, europeo, un cittadino del mondo?
«Ho avuto una vita cosmopolita: dai 12 ai 22 anni ho studiato in Russia, quindi ho vissuto 20 anni a Londra e presto saranno 20 anni che vivo in Svizzera. Come artista che ha suonato in tutti i continenti, ho il mio concetto ed è molto semplice: sentirmi a casa dovunque nel mondo e una persona benvenuta nel mio Paese d’origine»
Di recente, lei ha firmato un contratto con la Sony Classical. Perché ha deciso di tornare in studio di registrazione e perché non incideva da molti anni?
«Sono stati anni di lavoro in cui ho ricercato un’estensione delle possibilità del pianoforte. Ho lavorato sul timbro e il colore del suono».
Per il suo cd con Sony Classical ha scelto la Seconda Sonata di Rachmaninov e l’op. 22 di Beethoven, che ascolteremo anche a Cividale. Per quali ragioni?
«La Sonata di Rachmaninov ha una struttura grandiosa, che contiene tuttavia anche poesia e intimità e una grande metamorfosi psicologica. Ho suonato questo brano per più di 30 anni e sono stato felice di inciderlo dando il mio contributo alla sua comprensione. Riguardo a Beethoven, per la verità presento a Cividale un lavoro differente dalla registrazione, cioè la Sonata No.11, Op22. Le Sonate di Beethoven presentano qualità enigmatiche molto interessanti per un pubblico contemporaneo».
Il 16 luglio 2019 erano i trent’anni della morte di Herbert von Karajan. Come lo ricorda?
«Non ho mai suonato con Karajan, tuttavia ho saputo che la mia registrazione di Gaspard de la Nuit era uno dei brani preferiti da Karajan e mi dissero che lui aveva particolare piacere ad ascoltarla».
Ha suonato anche con Claudio Abbado. Come si è trovato con lui?
«Naturalmente molto bene, Claudio Abbado era un musicista ben preparato e allo stesso tempo molto modesto e molto naturale nella comunicazione con altri artisti».
Tra i pianisti di oggi, con chi ha rapporti di amicizia e chi ama più di tutti?
«Sono molto concentrato sul mio lavoro e oltretutto ho poche opportunità di ascoltare altri concerti. Sono sicuro ci siano molti musicisti di valore e talento e sono molto contento che la musica pianistica stia diventando popolare in nuovi territori come Giappone, Corea e Cina. Spero che presto anche in Europa i giovani musicisti abbiano nuove possibilità per dimostrare il loro valore». —
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