Pressburger ritorna al “tempo delle favole”

TRIESTE. Trieste, coi suoi differenti luoghi di culto, i nove cimiteri appartenenti a diverse religioni, è forse il posto ideale per interrogarsi sulla fede e sulla sua origine. È quello che fa Giorgio Pressburger nel film “Il profumo del tempo delle favole”, diretto da Mauro Caputo, coprodotto dalla triestina Vox Produzioni e da Istituto Luce Cinecittà, che sarà presentato come evento speciale alle Giornate degli Autori alla prossima Mostra del Cinema di Venezia. Il film è tratto da uno scritto di riflessioni di Pressburger intitolato “Sulla fede”, pubblicato da Einaudi dieci anni fa. Lo scrittore, regista e giornalista nato a Budapest lo legge e lo “incarna” sullo schermo, affrontando quesiti molto intimi e al contempo universali sulla sofferenza individuale e collettiva, che scaturiscono anche dal suo passato intrecciato con la storia d'Europa.
«Mi chiedo se la fede nasca dalla paura o meno: una domanda tornata nuovamente attuale», dice Pressburger. «A sei/sette anni, come ebreo perseguitato, ho vissuto storie molto sgradevoli, ma un ragazzino non si proietta al centro del problema: tante cose le ho vissute come un'avventura, per esempio l'essere trascinato in un ippodromo, essere messo la mattina dopo su un treno e poi rilasciato con i famigliari. Tutto questo interrogarsi e il disagio che eventi del genere comportano sono sortiti dopo. A 19 anni sono scappato dall'Ungheria in modo avventuroso, sono stato messo al muro, minacciato. E dopo sono venute la solitiudine dell'esilio, l'assenza della famiglia. Ma la mia vita mi ha regalato anche grandi soddisfazioni: venivo da una grande povertà, a 40 anni mi sono ritrovato regista alla Scala».
Il film racconta la multireligiosità di Trieste anche mostrandone i diversi luoghi di culto: la Sinagoga, la Chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione, quella Greco-ortodossa, la Chiesa Luterana, il cimitero ebraico, il cimitero di Sant'Anna. Si ha l'impressione che tutte queste domande sgorghino anche dall'anima multiculturale della Mitteleuropa: «Il mio interessamento per le varie religioni e i comportamenti di fronte alle questioni universali a Trieste si è rafforzato», dice Pressnurger. «Negli anni '70 ho fatto anche una composizione radiofonica su questo, "La torre di Babele", in 25 lingue: volevo dire che non c'è da sgomentarsi di fronte alla diversità, ma anzi incoraggiarsi».
Dietro la macchina da presa c'è il triestino Mauro Caputo, già regista di altri due film con Pressburger, "L'orologio di Monaco", tratto da alcuni racconti dello scrittore, e la lunga intervista con Claudio Magris "Messaggio per il secolo". Triestino è anche il gruppo di lavoro: i produttori Omar Soffici e Federica Crevatin, il direttore della fotografia Daniele Trani, il tecnico del suono Francesco Morosini, gli attori Daniele Tenze e il piccolo Antonio Cacace e Alfredo Lacosegliaz, autore delle musiche originali.
Difficile categorizzare "Il profumo del tempo delle favole": «Non è un documentario nel senso classico del termine, è quasi un nuovo genere», spiega il regista. «Con Pressburger c'è un rapporto di fiducia da anni: l'unica cosa che avevamo concordato era di non alterare i testi. Verrà anche lui a Venezia, e probabilmente sarà organizzato anche un dibattito sui suoi scritti al quale parteciperà anche Cesare De Michelis, il presidente di Marsilio che ha pubblicato i suoi ultimi libri».
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