Quattro writer per Trieste Chromopolis

Una parte del murale su via Flavia, firmato da artisti under trenta di Oristano, Treviso, Siracusa e Osijek

SeetheSea è il tema, giocato sull’omofonia, del bando di concorso per la dodicesima edizione di Artefatto, progetto fortemente voluto e promozionato dal comune di Trieste. Curato dal Pag (Progetto Area Giovani) fa parte del progetto pilota "Chromopolis" con cui l'amministrazione comunale ha deciso di sostenere e promuovere la creatività urbana. Mattia Campo Dall'Orto, presidente dell'associazione Macross, è stato il coordinatore e curatore di una esperienza vincente sia per gli artisti che per la città. Il capoluogo giuliano si apre sempre più ad una contemporaneità artistica che diviene necessariamente visibile sul territorio anche ai non addetti ai lavori.

A marzo, per i quattro vincitori under 30, si è svolta la prima settimana di residenza degli artisti atta a entrare in contatto tra loro, a relazionarsi e a conoscere la città. In quell’occasione KIKI SKIPI (Chiara Pulselli di Oristano), r_a_c_h_i_t_i_c_o (Simone Carraro di Treviso), NOEYES (Giulia Salamone di Siracusa) e Tea Jurišic (dalla città croata di Osijek) hanno prodotto dei lavori propedeutici al progetto: in una sorta di gioco laboratorio hanno posizionato 4 tele e a un certo segnale, dopo aver dipinto su una prima, sono passati sulla tela dell’altro per riuscire così ad integrare il proprio lavoro con quello degli altri membri del gruppo. Tutta questa sperimentazione è stata voluta per uscire dalla più consueta logica del sezionare 4 pezzi di muro differenti affidati a ciascun artista e creare invece un interessante lavoro a più mani.

I writer residenti sono entrati in rapporto con il territorio attraverso visite guidate e incontri nella città, si sono confrontati anche con la bora, che in quei giorni soffiava forte a Trieste e hanno immagazzinato elementi per il seguente lavoro di street art. Successivamente si sono mantenuti in contatto e hanno continuato a scambiarsi pareri e suggerimenti pur essendo a distanza. Le idee, i bozzetti e le dinamiche creatisi hanno avuto il loro necessario tempo di gestazione, gli artisti poi, qualche giorno fa, si sono ritrovati sotto “the Wall” (una superficie di 20 metri di muro sulla via Flavia) per iniziare a lavorare con un sole bollente alternato alle improvvise piogge di fine maggio. Su quel muro c’è una parte dell’anima degli artisti atta a un dialogo con la città che si alimenta di giorno in giorno. I writer hanno lasciato una traccia, una cifra del proprio sentire, nel rispetto e nella collaborazione con gli altri, per un’interazione costruttiva con Trieste.

A livello cromatico il lavoro è fortemente emozionante e la cittadinanza ha risposto in modo molto positivo a tale iniziativa, come risulta dal certosino lavoro di un gruppo di studenti del liceo Galilei, che con una serie di interviste realizzate in loco si sono impegnati in un modulo di Alternanza Scuola Lavoro coordinati dallo staff di architetti del Collettivo SuperAbile.

NOEYES (Giulia Salamone) prende il nome dalla forma che la distingue: un occhio vuoto e arriva da una ricerca che si muove da effetti ottici, da dinamiche prospettiche, da vuoti ed ombre. I suoi elementi appaiono come staccati dal muro, la sua sperimentazione arriva dalla fotografia e dalla scenografia. (Simone Carraro) r_a_c_h_i_t_i_c_o ha realizzato i pesci boccheggianti ed i gabbiani trasportati dal vento con uno stile che giocosamente definisce “brutal”. KIKI SKIPI (Chiara Pulselli) imposta la sua ricerca sulla figura femminile partendo dagli autoritratti, ed in questa occasione ha lavorato sulle “nuotatrici”, non dipinge mai i volti in quanto si distacca volutamente da un discorso realistico e decide di rimanere sulla gaiezza della favola. Tea Jurišic ha dipinto l’affascinante donna sirena dai lunghi capelli celesti che divengono onde del mare ed è qui riconoscibile con uno stile che ricorda l’arte noveau. Oltre a questa opera inedita, onirica e fortemente evocativa in “combo” altri due artisti Nicholas Perra e Boxir Sans Avoir, menzionati dalla commissione di Artefatto, hanno lavorato su due sezioni del muro di via Valmaura con altre visioni e rappresentazioni differenti per una vincente riqualificazione urbanistica. L’interesse in Italia per questo tipo di espressione artistica è cresciuto enormemente negli ultimi anni e Trieste con la sua storia e la propria particolare e ricca recettività culturale non poteva essere da meno.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo