Salto nella storia con la scuola “Corsi”: in scena la Trieste dell’800

TRIESTE Ma voi lo sapete che dalle nostre parti ha abitato la ricchissima Darinka Kvetic che dopo aver “risanato” con le sue fortune il Montenegro (sposò, infatti, nel 1852 il principe Danilo I) pare sia sta la musa ispiratrice di Lehár e della sua amatissima operetta “La vedova allegra”? E chi si ricorda dell’Adria Pollitzer e dei suoi pregiati saponi all’olio d’oliva, quando Trieste era il centro qualitativamente e quantitativamente più importante dell’Adriatico grazie alle olive della Dalmazia e della Grecia? E poi che dire di altri “triestini” illustri, come James Joyce, letteralmente sbattuto fuori dalla padrona di casa in un torrido agosto (sembra che la signora non gradisse affatto di avere tra le pareti di casa il futuro erede dello scrittore irlandese)? Ma insomma, che cos’hanno in comune tutti questi nomi? Che risiedevano a Ponterosso. E proprio il canale diventa il fil rouge del recital-spettacolo intitolato “Carillon” che vede protagoniste le classi IC e IF della scuola media Corsi. Spettacolo che andrà in scena domani, nei pressi della fontana di Ponterosso (naturalmente), ed è totalmente gratuito.
Insieme ai ragazzi, a condurci tra i riflessi di storia sul Canale, le musiche composte ed eseguite dal vivo da Davide Tomasetig e la voce narrante di Pierluigi Sabatti, giornalista e preziosa fonte di informazioni e aneddoti poco noti ma importanti per costruire nei ragazzi-attori e negli spettatori un’immagine quando più veritiera possibile di quella che era un tempo la nostra città. Ecco allora susseguirsi, un quadro dopo l’altro, la Trieste dei caffè, la Trieste della dominazione francese (con la storia della “Casa delle bisse”, dove la biscia rappresenta Napoleone sconfitto nella battaglia di Lipsia, nel 1813, dalle “aquile” Austria, Prussia e Russia), la Trieste del mare e dei commerci.
«È la vita, il quotidiano della nostra città tra fine Settecento e inizio Ottocento: sono stati gli edifici lungo il canale a ispirare le storie che i ragazzi raccontano, un po’ mimando e un po’ recitando» spiega Silvana Aleffi, la professoressa della Corsi che ha il coordinamento della produzione (il progetto pedagogico è a cura di Elisabetta Gustini). E così, dopo gli spettacoli presentati al Revoltella, allo Schmidl, a Miramare, al Teatro Romano con “Le Metamorfosi” e all’Ictp con “Hypatia”, ora il palcoscenico è Ponterosso. «Anche stavolta i ragazzi si sono confrontati con dei professionisti, è una grande occasione per loro di capire come va il mondo del lavoro e di aprirsi alla città». Che sicuramente li applaudirà, domani pomeriggio. Dalle 17.
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