Scamarcio e Mastandrea in “Euforia” di Valeria Golino «La malattia, un’opportunità»

ROMA'Euforia’ di Valeria Golino, in sala dal 25 ottobre, è un po’ commedia, un po’dramma, ambientato, come è, nel luogo principe dei contrasti e degli affetti: la famiglia. «Come è stato per 'Miele’...

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'Euforia’ di Valeria Golino, in sala dal 25 ottobre, è un po’ commedia, un po’dramma, ambientato, come è, nel luogo principe dei contrasti e degli affetti: la famiglia. «Come è stato per 'Miele’ sono interessata all'etica del quotidiano - dice la regista - a quelle situazioni verso cui valga pena porsi certe domande. L'idea è nata da fatti accaduti a persone a me care, in particolare da alcuni racconti di un amico che viveva una situazione personale molto difficile a causa di una grave malattia che aveva colpito suo fratello». Ed è proprio la storia di due fratelli quella di 'Euforia’, ovvero quella di Matteo (Riccardo Scamarcio), giovane imprenditore di successo, spregiudicato e affascinante omosessuale, e di suo fratello Ettore (Valerio Mastandrea), insegnante di scuola media, che vive ancora nella piccola cittadina di provincia dove entrambi sono nati. Un uomo, quest'ultimo, alle prese con una mamma noiosa, un figlioletto e una moglie (Isabella Ferrari) che non sopporta più. Due persone all'apparenza lontanissime, ma entrambe con un segreto, che la vita a un certo punto riavvicina attraverso il dolore. Nel cast anche il triestino Andrea Germani.

«La malattia diventa un pretesto - spiega Valerio Mastandrea - un punto critico di un vetro che si rompe. Ho sempre pensato che il mio personaggio sapesse ciò che ha, ma si ’divertisse’ a vedere la gente intorno a sè impazzire per dover mantenere questa menzogna. È come se io fossi il provocatore reale non per la malattia, ma perchè la malattia è una crisi, che può essere anche una opportunità, più per gli altri che per me». I due fratelli si ritrovano così a fare i conti con le proprie ipocrisie e fragilità.

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