Soldi e crudeltà nel “Das Kaffeehaus” alla Bartoli
TRIESTE. Riprende alla Sala Bartoli di Trieste da oggi al 3 dicembre, per proseguire poi in tournée nazionale, la produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “Das Kaffeehaus”, che il...

TRIESTE. Riprende alla Sala Bartoli di Trieste da oggi al 3 dicembre, per proseguire poi in tournée nazionale, la produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia “Das Kaffeehaus”, che il genio drammaturgico di Rainer Werner Fassbinder crea sulla base della commedia settecentesca La bottega del caffé di Carlo Goldoni. Das Kaffeehaus – in scena la prima volta nel 1969 a Brema – ricrea La bottega del caffè di Goldoni. Dell’originale del 1750 non vengono traditi i sottotesti: com’è nelle corde di Fassbinder, artista inquieto, maledetto, e geniale, prevalgono le tinte fosche e lugubri, una crudeltà cinica che trova perfette assonanze nel nostro presente.
A reinterpretarle, nella produzione dello Stabile, è ora Veronica Cruciani, fra le punte di diamante di una generazione di registi italiani che sa indagare con sensibilità e molteplicità di linguaggi le luci e le ombre del nostro tempo. Asciugando e rimodellando il plot goldoniano, Fassbinder accende i riflettori sul mondo di frequentatori della Kaffeehaus di Ridolfo, in cui un microcosmo d’individui si incontra e parla: discorsi che s’incentrano soprattutto sul denaro. Soldi che si contano e si scambiano ossessivamente. Incarnano i molti personaggi della commedia Mauro Malinverno (Pandolfo) e Ivan Zerbinati (Conte Leandro) e tutti gli attori del nucleo stabile Filippo Borghi (Eugenio), Ester Galazzi (Lisaura), Andrea Germani (Trappola), Lara Komar (Vittoria), Riccardo Maranzana (Ridolfo), Francesco Migliaccio (Don Marzio), Maria Grazia Plos (Placida).
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