Sulla pista di ghiaccio di Bolaño è importante soprattutto vivere



“La pista di ghiaccio”, riproposta ora da Adelphi con traduzione di Ilide Carmignani, è stato il primo romanzo di Roberto Bolaño, uscito nel 1993 in edizione limitata. Venne ripubblicato dopo il successo degli altri due, “La letteratura nazista in America” e “I detective selvaggi”. Il primo consisteva in una serie di biografie, assolutamente fantasiose di scrittori filo nazisti operanti in America, e costretti a incredibili compromessi per arrivare al successo. Il secondo narrava la storia di due poeti d'avanguardia a città del Messico nella seconda metà degli anni Settanta: nasceva evidentemente dalla propria esperienza, visto che là si trovava dopo il golpe cileno di Pinochet del 1973. Qui, insieme a Mario Santiago fondò il movimento d'avanguardia "infrarealista", di derivazione surrealista. La sua figura, ancora prima della sua morte, avvenuta nel 2003, venne abilmente manipolata dall'industria editoriale, che fece di lui un personaggio sregolato e anticonvenzionale e come tale divenne famoso.

Anche “La pista di ghiaccio” contiene numerosi rimandi biografici relativi ai suoi amori, alle sue avventure e alle sue molteplici attività lavorative che gli permisero di vivere prima di arrivare alla fama. È un testo accattivante, i cui personaggi respirano l'atmosfera sospesa di una sonnolenta cittadina della Costa Brava, scossa da un delitto insolito. Tutt'altro che lineare è però la ricerca del colpevole, come suggerisce fin dall'incipit l'uso di una sintassi complessa, che enumera tanti particolari messi in evidenza da un io narrante prolisso e allusivo. Così per il secondo capitolo e il terzo, frutto di altri due io narranti. Dunque la vicenda viene ricostruita da tre punti di vista diversi che si alternano tra loro: Remo Moran, cileno come l'autore, esule in Spagna, che ha aperto varie attività imprenditoriali; ha dato lavoro a un messicano, Gaspar Heredia, guardiano di un campeggio di sua proprietà; Eric Rosquelles, funzionario pubblico catalano, consigliere di Pilar, sindaca socialista della cittadina balneare indicata solo dall'iniziale Z. Al cento dell'intera vicenda sta una giovane donna di bell'aspetto, Nuria Marti, pattinatrice su ghiaccio, esclusa dalla squadra che si presenterà alle prossime olimpiadi per i soliti scontri di potere interni alla federazione. In suo aiuto arriva Rosquelles, basso e grasso, più anziano di lei ma di lei innamorato al punto da riuscire a far ristrutturare con fondi pubblici, senza che neppure la sindaco se ne accorga, una dimora storica dove trova spazio una pista di pattinaggio su ghiaccio per farle continuare gli allenamenti. Là però vivono clandestinamente altre donne, di cui una s'invaghisce Gaspar, mentre scoppia la passione tra la pattinatrice e Moran. Questa volta è Rosquelles a essere tenuto all'oscuro.

Incrociando le diverse storie, e le diverse ricostruzioni, il lettore scopre il colpevole dell'omicidio, che tuttavia resta impunito, segno che importante non è seguire le regole ma, come suggerisce l'esergo firmato dall'antico sodale Mario Santiago, innanzitutto vivere. —

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