Un poker di donne per il Luchetta che raccontano il mondo con lo sguardo di chi non ha voce

Le vincitrici sono Flavia Paone, Lucia Goracci, Lucia Capuzzi e Harriet Sherwood Il riconoscimento dedicato a Miran Hrovatin andrà allo svedese Hammarström
Di Federica Gregori

di Federica Gregori

Poker di donne al Premio giornalistico internazionale Marco Luchetta 2014, con quattro inviate a mancare di un soffio, per un unico vincitore di sesso maschile, l'en plein tutto rosa della cinquina finale. Cala la preziosa combinazione l'edizione numero 11 del riconoscimento promosso dalla Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin insieme alla Rai, ancora una volta attenti a testimoniare la difficile tematica di violenze e sopraffazioni sulle vittime più indifese, i bambini. Un raddoppiamento dello spazio televisivo Rai, un Antepremio che da appuntamento singolo si espanderà in una tre giorni di approfondimenti fianco a fianco dei professionisti dell'informazione, una serata ricca di ospiti di rilievo e di nuovi contenuti e un premio speciale che sarà reso noto a breve e che, assicurano, sarà un nome che susciterà grande consenso: queste le novità salienti dell'evento sottolineate da Giovanni Marzini, che ha presentato ieri il premio insieme all'assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti, alla presidente della Fondazione Daniela Luchetta e a Duilio Giammaria, conduttore della serata “I Nostri Angeli”, momento clou dell'edizione.

Riveste un significato particolare «il giro di boa dopo il decennale, e nell'anno delle cifre tonde», ricordando soprattutto quei vent'anni della strage di Mostar dove morì la troupe Rai composta da Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo, assassinata a Mostar a gennaio '94 mentre stava lavorando a un servizio sull’infanzia stremata dal conflitto, e dell’operatore Miran Hrovatin, ucciso pochi mesi dopo a Mogadiscio con la giornalista Ilaria Alpi. «L'orgoglio di un premio divenuto punto di riferimento nel mondo giornalistico anche internazionale e che porta avanti un modo di fare informazione in cui Marco credeva e operava», come sottolineato da Daniela Luchetta va di pari passo con la volontà della Regione, espressa nelle parole di Torrenti, di «far crescere ulteriormente l'interesse verso il premio ampliandone la visibilità internazionale», testimoniata anche dall'inserimento dell'evento nei cinque eventi culturali di punta promossi dalla Regione.

È per aver raccontato lo sgombero di una comunità Rom nel napoletano piazzata dal comune in una pericolosa discarica tossica che Flavia Paone, classe '82, si aggiudica il premio Marco Luchetta sezione tv dedicata al miglior servizio giornalistico. In una manciata di minuti la giovane inviata del Tg3 ha messo a fuoco una vicenda dai contorni inquietanti, raccontando le patologie connesse alle esalazioni dei fumi della discarica che i bambini della comunità avevano cominciato a manifestare, un caso arrivato davanti alla commissione Diritti Umani del Senato.

I più deboli sono al centro anche del reportage “Le bambine non vanno a scuola” di Lucia Goracci, storica reporter di guerra del Tg3 ora a Rainews24. Sempre arrivata a sfiorare il premio, stavolta lo conquista nella sezione Ota raccontando la battaglia quotidiana delle piccole pachistane per andare a scuola a rischio della vita, rivendicando il loro diritto all’istruzione osteggiato dai talebani.

Un paradosso dei paesi più poveri al mondo è al centro dell'articolo pubblicato da Avvenire a firma Lucia Capuzzi che vince nella sezione quotidiani e periodici. “La rivolta dei baby operai boliviani” spiega ai lettori come una nuova legge che proponeva l'aumento dell'età per il primo impiego ha incontrato la dura opposizione del paese, tra scioperi e manifestazioni, mettendo in prima linea proprio quei bimbi costretti a lavorare pur di sostenere le famiglie.

La striscia di Gaza e quasi mezzo secolo di occupazione israeliana filtrate attraverso gli occhi di quattro ragazzini, le tematiche che hanno invece primeggiato nella sezione Dario D’Angelo riservata al miglior articolo su quotidiani e magazine europei: a realizzarlo Harriet Sherwood, corrispondente del quotidiano inglese The Guardian.

Unico nome maschile nella cinquina, lo svedese Niclas Hammarström si aggiudica il maggior riconoscimento nella sezione Miran Hrovatin dedicata alla migliore immagine. La sua “Aleppo” pubblicata sul quotidiano svedese Aftonbladet mira dritto al cuore, immortalando tre bambini siriani a scuola all'aperto, seduti in un banchetto e alle spalle un muro crivellato da proiettili. Il fotografo non è nuovo ai riconoscimenti, avendo vinto il World Press Photo per un reportage sulla strage di Utoya e avendo comunque fotografato i grandi, da Waco alle Torri Gemelle. Il servizio in Siria, però, gli è costato un rapimento di due mesi e una fucilata alla gamba dopo il suo tentativo di fuga.

I cinque saranno premiati al Rossetti nel corso della serata “I nostri Angeli”, ripresa da RaiUno (che la trasmetterà il 17) con partecipazionegratuita e aperta alla città. Direttamente da New York, dove hanno chiuso il tour, arriverà ad aprire la serata il terzetto di tenori più in voga del momento, Il Volo, nei giorni scorsi con Anastacia all’Arena di Verona; tra gli ospiti anche la rivelazione di Sanremo Giovani Ilaria Porceddu, insieme al rapper Routy Miura. A condurre la serata, Duilio Giammaria, inviato che ha toccato tutti i fronti accantonando lo zaino per una lunga stagione di Unomattina da poco conclusa.

«Trieste potrebbe diventare, nei giorni precedenti al premio, capitale della cultura dell'informazione: si tratta di una formidabile occasione di formazione e aggiornamento professionale e la Rai si sente particolarmente investita del suo ruolo di servizio pubblico quando sostiene queste iniziative». Non sono parole di circostanza, per Giammaria, che annuncia uno speciale “raddoppio” del Premio: una seconda serata che si terrà a fine agosto e che darà spazio, oltre ai vincitori, soprattutto ai contenuti.

Da appuntamento unico delle passate edizioni, si moltiplicherà per 12 l'Antepremio, che offrirà dal primo al 3 luglio una tre giorni fitta di incontri: una «piazzetta dell'informazione» nel cortile del èalazzo della Regione in piazza Unità. Dalla crisi in Ucraina ai mondiali di calcio si parlerà di tantissimi temi.

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