Un tuffo nel Rinascimento con il nuovo cd degli Aquilegia

I duo composto da Teodora Tommasi e Federico Rossignoli scava nei repertori delle corti italiane. «I virtuosi di allora erano come i cantautori di oggi»

Rossana Paliaga

La fascinazione della musica antica è indubbiamente una vocazione rilevante in regione, che negli ultimi decenni ha conquistato anche Trieste, sede stabile di un festival di riferimento come Wunderkammer e sensibile a progetti “storicamente informati” che coinvolgono anche l’ambito liturgico, come accade ad esempio negli apprezzati corredi musicali alla Beata Vergine del Rosario.

La musica dei secoli passati attira in modo particolare la curiosità e l’avventuroso spirito di ricerca di giovani musicisti come Teodora Tommasi e Federico Rossignoli, che collaborano artisticamente da un decennio ma che nel 2018 hanno dato al proprio duo un’investitura ufficiale con il nome di L’Aquilegia (riferimento al fiore spesso presente nei dipinti antichi e dal complesso valore simbolico in quanto unione di opposti).

È appena uscito per La Bottega Discantica il loro primo cd in duo, dal titolo “Cantar al liuto-musicisti, compositori, improvvisatori, virtuosi nel Rinascimento”. Il programma è un invito a entrare nei salotti riservati delle corti italiane tra ‘500 e ‘600, dove questi cantori di languori e gioie dell’amore erano in qualche modo i protagonisti delle “hits” del momento.

«Possiamo effettivamente parlare, semplificando, di antenati della figura del cantautore», spiega Rossignoli, che tuttavia precisa: «Non dobbiamo ovviamente immaginare un contesto da show biz. Erano musicisti che vivevano del proprio mestiere e cercavano di incontrare il gusto della committenza e del pubblico, magari anche di trovare allievi. I loro testi potevano essere altissimi, magari tratti da Petrarca, oppure clichè da canzonetta, ma che ben si prestano a essere modellati nel momento in cui vengono messi in musica».

Nel nuovo cd ci sono brani per solo liuto, voce e arpa in diverse combinazioni. I bicinia strumentali appartengono a quello che all’epoca era considerato repertorio didattico e rappresentano uno sguardo affascinante sulla bottega del musicista e sulla pratica viva della musica. Ma il cuore del programma sono i brani per voce e liuto, firmati da tre personaggi iconici dell’epoca, dalle vicende affascinanti e a volte misteriose, come ci spiega Rossignoli: «Bartolomeo Tromboncino era un celebre compositore di frottole, protetto da Isabella D’Este e che per vicende di cronaca nera ha dovuto lasciare Mantova per poi per prendere servizio alla corte di Lucrezia Borgia. Suo figlio Ippolito, stimatissimo cantore al liuto attivo a Venezia, ma anche nell’area pordenonese, aveva una scuola frequentata da allievi di rango. Di lui ci rimangono tuttavia pochissimi documenti, ma sono ancora più avvolte nell’ombra le vicende di Heteroclito Giancarli, forse allievo di Ippolito, e le cui musiche rappresentano gli ultimi bagliori di questa pratica della voce accompagnata, l’anello di congiunzione tra prassi antica e moderna».

Federico è liutista e poeta, Teodora polistrumentista e voce di cristallina bellezza, attiva in gruppi come La Reverdie e Graindelavoix. Per entrambi il linguaggio della musica antica è stato un richiamo, il loro incontro la combinazione perfetta per ricercare insieme il dialogo con un lascito culturale lontano e “diverso”, ma sorprendentemente attuale. Vivere la musica antica anche nel quotidiano è stato per loro la condizione naturale anche durante il lockdown, quando dai loro canali social hanno proposto momenti di musica in duo dal giardino o dal divano.

«Sentiamo nostro - dice Teodora - il repertorio che interpretiamo, evoca un senso di intimità da condividere con il pubblico, perché è pensato per situazioni raccolte. Forse nel mio percorso di studio ho scelto strumenti da bassa cappella proprio per questo».

Le fa eco scherzosamente Federico: «In realtà, al di là del repertorio, il musicista è quasi sempre in lockdown. Pur nelle difficoltà e nella tragedia del contesto recente, abbiamo vissuto in fondo una situazione espansa della nostra quotidianità: studiare, preparare concerti, vivere in una dimensione di raccoglimento e continua riflessione. È un po’ come prendere i voti...». —

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