Una saga mozzafiato fra super eroi in lotta per il bene collettivo

Dopo tanta battaglie con cattivi umani e non, terrestri e non, questa volta lo scontro per gli Avengers è tutto in casa. Perché nel nuovo capitolo dei Vendicatori targati Marvel, formalmente centrato su Captain America ma di fatto un sequel di "Avengers: Age of Ultron", a combattersi saranno proprio il capitano Steve Rogers (Chris Evans) e Tony Stark/Iron Man (Robert Downey Jr.), divisi da una questione di principio: chi si fregia di operare per il bene collettivo può agire senza controllo?
Il dubbio viene esposto agli Avengers dal Segretario di Stato americano e alle Nazioni Unite dopo che, nell'ultimo combattimento contro un criminale che voleva rubare un'arma chimica a Lagos, in Nigeria, un gruppetto di Vendicatori guidato da Steve Rogers/Captain America ha per sbaglio distrutto un condominio abitato da volontari per lo sviluppo sostenibile provocando molte vittime. 130 paesi nel mondo chiedono dunque loro di firmare un protocollo che di fatto subordina le loro azioni alle decisioni e al controllo del governo. Stark, attanagliato dal senso di colpa per aver provocato vittime civili nella precedente battaglia di Sokovia (mostrata in "Age of Ultron") vuole firmare, il capitano Rogers no. Gli altri Avengers si spaccano in due fazioni: Vedova nera (Scarlett Johansson), War Machine (Don Cheadle) e Visione (Paul Bettany) si schierano col primo, Wanda Maximoff (Eilzabeth Olsen), Ant-Man (Paul Rudd), Falcon (Anthony Mackie) e Occhio di Falco (Jeremy Renne) col secondo. Così, i supereroi buoni finiscono per azzuffarsi tra loro, ma c'è anche un cattivo da combattere: è l'ex generale di Sokovia Helmut Zemo (Daniel Brühl) che, dopo aver risvegliato la brutalità del "Soldato d'Inverno" Bucky, diventato assassino dopo un lavaggio del cervello "di Stato", sta cercando di risvegliare altri "Soldati d'inverno" in Siberia.
Il 13mo film della Marvel, e primo della cosiddetta "Fase 3" che si concluderà nel 2019, è come sempre un tripudio di spettacolari combattimenti e corpo a corpo da mozzare il fiato. Ai registi, i fratelli Russo, va riconosciuto un talento per le scene d'azione e la coreografia delle battaglie: l'avevano già dimostrato nel precedente capitolo di Captain America, "The Winter Soldier". La loro macchina da presa è mobile ma evita le fastidiose immagini frenetiche e caotiche di molti film di supereroi restando attaccata ai personaggi, e lasciando intellegibili le sequenze di lotta. Per fortuna perché, rispetto a molti altri film del filone, qui si combatte di più e si riflette di meno. La sceneggiatura lascia poco spazio alle psicologie dei personaggi, ed è un peccato: si accenna appena al trauma della morte dei genitori di Tony Stark, così come allo smarrimento esistenziale del capitano Rogers dopo lo "scongelamento". Soprattutto, si sente la mancanza dell'ironia di Iron Man, che condiva bene tutti i film precedenti della saga. Per questo, per un eccezionale cameo di un giovane Spider-Man (forse la parte più gustosa del film) e per le tante strizzate d'occhio ai capitoli precedenti, il film sembra rivolto più ai fans del genere che a un pubblico indistinto.
Le domande "sociopolitiche" che reggono la trama, però, sono quantomai attuali e ci riguardano tutti: è tollerabile qualche "danno collaterale", qualche morto innocente sacrificato sull'altare del "Bene"? Ed è davvero dalla parte del "Bene" chi dice di esserlo, ma vuole agire senza regole e controlli? "Se siamo senza confini, non siamo migliori dei cattivi", dice Tony Stark. Da sempre, e ancora di più da quando sono nati i franchising che uniscono gli "Avengers" e gli "X-Men", sullo schermo sono i fantasy e i film di supereroi a catalizzare alcune delle questioni più importanti della contemporaneità, a volte meglio del cinema realistico: l'accettazione del "diverso", la protezione dei poveri del mondo, la gestione del potere. In questo caso l'argomento in campo è anche la collisione tra bene pubblico e interesse privato: gli Avengers sono un organismo privato, dovrebbero sottostare agli organi pubblici? La spaccatura sul tema è destinata a dividere ancora i Vendicatori, e a dare spessore a una saga che, ed è un pregio, non punta solo sulla spettacolarità degli effetti speciali.
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