Viaggio nel regno del Modernistan gli edifici sovietici in Asia Centrale

Le immagini di Roberto Conte e Stefano Perego dal 16 gennaio al Mercato coperto di Trieste raccontano l’ibridazione culturale tra due mondi nell’architettura

TRIESTE. Per la prima volta il Trieste Film Festival produce e allestisce una mostra fotografica su grandi pannelli in uno dei posti più popolari di Trieste: il Mercato Coperto, il quale diviene uno spazio espositivo, di incontro e di formazione all'interno del quale gli scatti accompagneranno il visitatore in un percorso di scoperta.

“Modernistan-architettura modernista sovietica in Asia Centrale” è infatti un percorso a tappe con una selezione di immagini realizzate da Roberto Conte e Stefano Perego. Le fotografie, pubblicate nel volume Soviet Asia, edito da Fuel (2019, Londra), «documentano alcune delle architetture, tutt'oggi sopravvissute, realizzate tra gli anni '50 e la caduta dell'Urss nei territori delle ex repubbliche sovietiche dell'Asia centrale: Kazakistan, Kirghizistan, Uzbekistan e Tagikistan» sottolinea la curatrice della mostra, l’architetto Martina Sciolis. «Le opere esposte, come suggerito dagli autori, testimoniano la contaminazione “tra le suggestioni estetiche locali e l'impulso sovranazionale della modernità proposta dal socialismo”».

«Soviet Asia - dicono Conte e Perego, a proposito del titolo del libro da cui è tratta la mostra Modernistan - rappresenta un tentativo di raccontare, attraverso le immagini, questa peculiare ibridazione culturale che si è verificata nell’Asia Centrale in particolar modo nel periodo del dopoguerra, un’epoca in cui il fenomeno architettonico noto come modernismo sovietico raggiunse quei territori manifestandosi in numerosi esempi fino all’implosione dell’Urss».

E nel percorso della mostra scopriamo come la morte di Stalin, nel 1953, e lo sviluppo della tecnologia diedero un enorme impulso alla progettazione e alla realizzazione di nuove soluzioni abitative, ma anche strutture legate al mondo dei servizi e all’intrattenimento, come ad esempio i circhi. Queste iniziative raggiungevano territori il cui tessuto culturale era totalmente diverso da quello russo-europeo, caratterizzato non solo da differenti abitudini sociali, ma anche da diverse sensibilità estetiche, influenzate dall’arte islamica e persiana.

Anche l’edificio che ospita la mostra ha una storia affascinante: nacque infatti come dono alle venderigole, le venditrici triestine, da parte di Sara Davis, figlia di un ricco commerciante inglese che aveva notato la dura vita, all'aperto sotto il sole e la Bora, cui erano esposte le venderigole al mercato di piazza Goldoni. Con i soldi del suo lascito il Comune fece costruire quindi l'attuale mercato, disegnato dall'architetto Camillo Iona. Inaugurato nel 1936 è oggi ancora estremamente moderno e funzionale, contraddistinto da ampie vetrate luminose. Il mercato sorge su un'area triangolare e ha una pianta a unghia; i due piani sono occupati all'interno da un grande salone, alla maniera dei Mercati traianei. Negli archi ribassati di spartimento vi è un preciso riferimento ai saloni della Victoria, la nave, esempio di avanzato design, che il Lloyd Triestino aveva varato nel 1931.

“Modernistan” verrà inaugurata giovedì 16 gennaio alle 18. Da venerdì 17 gennaio a sabato 25 gennaio incluso la mostra sarà visitabile dalle 8 alle 17, il lunedì dalle 8 alle 14, domenica chiuso. Il 17 alle 17.30, inoltre, al caffè Berlam dell’Hilton si terrà invece l’incontro a ingresso libero “Architetture A Confronto: Dall’asia Centrale Ai Territori Dell’ex-Jugoslavia” a cui parteciperanno i fotografi Roberto Conte e Stefano Perego, e il professore e storico dell’architettura Luka Skansi. Il dialogo sarà moderato da Martina Sciolis. L’evento è organizzato con l’Ordine degli Architetti di Trieste. —

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