Vita e storie di Pressburger, esordio in sala
Nei giorni scorsi, sulla stampa nazionale, la storia multiculturale e multireligiosa di Trieste è stata più volte presa a modello per capire tensioni e conflitti europei, esplosi nei drammi recenti di Parigi e di Copenhagen. E proprio quella che è stata definita l'"identità di Trieste" è fra i temi centrali di un emozionante film documentario su uno dei testimoni più importanti della "pluralità" triestina, lo scrittore e drammaturgo di origine ungherese Giorgio Pressburger.
Il film è "L'orologio di Monaco", diretto e sceneggiato (con Pressburger) dal triestino Mauro Caputo, che viene proiettato oggi a Trieste in Regione alla presenza della Presidente Serracchiani, e da domani al 4 marzo ai Fabbri.
Già presentato con successo critico allo scorso Festival di Roma, il documentario ora viene giustamente festeggiato "in casa" prima della distribuzione a cura di Cinecittà Luce (che ha fornito i cinegiornali d'epoca nel film). Ma a Trieste trovano origine anche la produzione (Vox), il produttore esecutivo Omar Soffici, il direttore della fotografia e montatore Daniele Trani, l'autore delle musiche Alfredo Lacosegliaz e Francesco Morosini (suono).
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