Volti di nobildonne civettuole e cavalieri ecco la Trieste che conta ai tempi di Casanova

La Fondazione Foreman Casali dona al Museo Schmidl i due quaderni dell’Album Amicorum di Karl von Zinzendorf, governatore della città dal 1776 al 1782 
Lasorte Trieste 21/03/19 - Salotto Azzurro, Presentazione Donazione Fondazione Casali Ritratti Von Zinzendorf e Auersperg
Lasorte Trieste 21/03/19 - Salotto Azzurro, Presentazione Donazione Fondazione Casali Ritratti Von Zinzendorf e Auersperg

i ritratti



Parli del diavolo e spuntano le corna, parli di bel mondo ed eccoti comparire Giacomo Casanova. Che prima di essere abbandonato dalle donne e dai denti per finire i suoi giorni di esilio definitivo in Boemia come bibliotecario alla corte del conte von Waldenstein, non mancò di fare la sua comparsa anche a Trieste in tre distinti soggiorni.

Il nome di Casanova, re dei seduttori, si rivela essere anche il trait-d'union dei due preziosi album che contengono ritratti di celebri personaggi della Trieste Teresiana. Ieri è stata officiata la donazione da parte della Fondazione Kathleen Foreman Casali al museo Schmidl. Si tratta dell'«Album Amicorum» di Karl von Zinzendorf, governatore di Trieste dal 1776 al 1782, noto un tempo come "Album Auersperg" dal nome della famiglia nobiliare austriaca che lo custodì per secoli. «Album celebri che hanno girato anche in svariate collezioni viennesi - riferisce Laura Carlini Fanfogna, direttrice dei Civici Musei e Biblioteche - non scomparsi, ma nemmeno visibili. È grazie all'individuazione del professor Antonio Trampus dell'Università Ca' Foscari di Venezia che sono stati segnalati trovarsi presso un antiquario di Monaco che intendeva venderli». Di seguito l'atto liberale della Fondazione Foreman Casali, che li acquista, per donarli alla città.

Città che alla fine del ’700 contava 30 mila abitanti, avendo beneficiato di una lunga serie di provvedimenti. Dalla libertà di esercitarvi commercio e industria, al miglioramento delle vie d'accesso e delle strutture portuali. Poi, esenzione d'imposte, istituzione di un banco di assicurazione, nessuna perquisizione delle navi in arrivo, permesso agli stranieri di possedervi case e terreni… Insomma, il celebrato "porto franco" che trasformò Trieste in centro di raccolta e distribuzione per l'Europa media dei prodotti mediterranei.

Il tocco taumaturgico del privilegio creò ricchezza e calamitò l'aristocrazia, ovviamente, e i due album di modeste dimensioni, denominati l'uno il "quaderno nero" e l'altro "il quaderno marrone", ma di estrema raffinatezza espressiva, raccontano attraverso gli 81 ritratti di dame e cavalieri, il patriziato e le casate.

Su pagine di pergamena e carta, in taluni casi poi colorata, risaltano i tratti finemente disegnati dall'autore, a matita o a penna, Karl Alexander von Shell, di nobile famiglia e funzionario di Maria Teresa, che visse a Trieste dal 1763 al 1776, proprio negli stessi anni del soggiorno in città di Casanova e dell'arrivo del governatore Zinzendorf. E osservando quei volti muliebri, quelle acconciature maliziose e le cascate vaporose di merletti, si riesce persino a immaginare quanta devozione alla sottana sollecitassero nel maturo, ma non vecchio Casanova, i musini civettuoli di S. E. Madame la Contessa d'Auersperg nata Contessa de la Rothal, e sua sorella la Contessa Lamberg. A loro volta amiche di Madame la Duchesse d'Aquino Casarano nata Baronne Mitrowsky. Corteggiate di sicuro dal libertino, anche la Contessa de Lanthieri nata Contessa de Wagensperg, una delle dame più influenti di Trieste e Gorizia, assieme alla cognata Coronini, mentre la Contessa de Grunne fu una delle finanziatrici, come la Contessa de Perlas, del giovane Mozart, nato Teodoro, che comprese subito quanto per la sua arte fosse più efficace convertire il nome di battesimo in Amadeus, senza intaccarne il celestiale significato.

Nel girotondo di donzelle, la Chatte de l'Auteur, ovvero Vincenza Heynisch, dedica a Casanova un sonetto, mentre il barone Niccolò Wallhorn è ritratto a figura intera, con il cappello simbolo del rococò, il tricorno, e la comparsa di una pratica novità: le tasche.

Dettagli? un film non saprebbe evocare meglio l'opulenta, almeno per alcuni fortunati, vita sociale di una città che da emporio di 5 mila abitanti all'inizio del XVIII secolo, avrebbe messo nell'ombra Venezia. Anche per la bellezza elegante delle sue dame che sulla carta hanno il privilegio di non invecchiare mai. —



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