Wolfgang Beltracchi il re dei falsari porta a Venezia i suoi fake d’autore

Alla Biblioteca Marciana una mostra con i capolavori di grandi artisti mai realizzati nella realtà

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Ciò che vediamo in musei e gallerie è solo la punta di un meraviglioso iceberg costituito da un patrimonio di valore inestimabile, chiuso in magazzini e depositi. Le cause: spazi troppo esigui per poterlo esporre, costi di restauro e manutenzione difficilmente sostenibili anche per le istituzioni di primo piano. Eppure proprio molti di quei magazzini consentirebbero percorsi artistici di assoluta rilevanza.

In collaborazione con Zott Artspace, alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia la mostra “Kairos. Il momento decisivo” consente fino al 3 novembre sguardi dietro le quinte di numerosi musei, grazie alle fotografie di grande formato scattate da Mauro Fiorese prima della morte, avvenuta nel 2016, per documentare ciò che il visitatore medio di una serie di istituzioni, fra cui il Museo Correr, gli Uffizi, la Galleria Borghese e il Museo Nazionale di Capodimonte, non può vedere: opere che hanno per così dire mancato, anche se forzatamente, il momento decisivo di contatto col pubblico. La mostra è tuttavia bifronte, e se la sezione con la documentazione fotografica di Fiorese dà conto di opere d’arte più che reali anche se nascoste, l’altra sezione, dedicata ai quadri del tedesco Wolfgang Beltracchi, porta alla luce dipinti mai visti, perché mai creati dalla mano di artisti celebri del passato, quali Cranach e Botticelli, Vermeer e Monet, Grosz e Boccioni: un viaggio avventuroso, quello di Beltracchi, che scavando dentro alle biografie, alla produzione, alla tecnica e alle scelte stilistiche di numerosi maestri antichi e moderni, dà vita a quadri che si situano dentro le pieghe del verosimile.

Realizzate da Beltracchi di volta in volta “con il tratto artistico di…” le opere esposte indagano momenti decisivi della Storia europea, che tuttavia per qualche motivo non vennero fissati sulla tela dai pittori di quel periodo, e che sono stati creati calandosi nell’ideale mondo dei vari artisti. L’idea di questa cavalcata attraverso i secoli è venuta a Christian Zott, imprenditore e collezionista tedesco: «Mi stuzzicava cercare di colmare alcune delle lacune nella storia dell’arte europea: da un alto riportare alla luce almeno attraverso delle immagini, i capolavori nascosti in archivi e magazzini di musei di spicco, e dall’altro far rivivere grandi momenti decisivi, però mai raffigurati su tela. Gli antichi Greci chiamavano questi momenti “kairos”», spiega Zott. Il punto di partenza dell’iniziativa è stata la pluripremiata serie fotografica ‘Treasure Rooms’ di Mauro Fiorese: «Poi ho chiesto a Wolfgang Beltracchi di immaginare, col suo talento unico, nuovi dipinti da realizzare nello stile di artisti celebri, immedesimandosi nel loro contesto storico e artistico», prosegue Zott, che a Unterammargau, in Baviera, sta costruendo un apposito museo nel quale dalla fine del 2019 accoglierà in una mostra permanente le opere ora in mostra a Venezia, e dove presenterà anche il resto della sua collezione, fra cui una serie di sculture disseminate in un parco.

L’idea di coinvolgere Beltracchi nel progetto è per Zott una scelta consapevole del lungo passato del pittore come falsario fra i più affermati del dopoguerra sul parterre internazionale del mercato dell’arte. Un’attività sfociata nel 2010 nell’incriminazione in Germania per 14 falsi piazzati sul mercato per cifre milionarie, e in una pena di sei anni di carcere: «Mi sono divertito tanto a creare quadri che potevano plausibilmente figurare nella produzione di artisti di spicco, ma il problema è che li firmavo col loro nome e dunque era un’attività condannabile dal punto di vista morale – dice Wolfgang Beltracchi con un sorriso disarmante – ma ho pagato e ho voltato pagina e ora i miei quadri li firmo col mio nome».

Come quelli per “Kairos, il momento decisivo” che propongono un percorso dall’antichità al ventesimo secolo e si rivolgono, come spiega ancora Zott, «a tutti coloro che vogliono avvicinarsi all’arte, ma anche a chi vuole riflettere sulla storia del nostro continente e su possibilità e limiti della produzione artistica». L’intento pedagogico è la componente più rilevante del progetto di Christian Zott, il cui team ha sviluppato anche una app efficace, con contenuti sia informativi che di realtà aumentata, cosicché al visitatore vengono offerte informazioni su periodi storici, su pittori e correnti artistiche, ma anche animazioni, brevi filmati di approfondimento, giochi e quiz. —



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