Prosecco Doc, un terzo posto amaro alla Barcolana 57

Medaglia di bronzo per il maxi yacht condotto da Kosmina: «Siamo stati penalizzati da un problema tecnico». Il tattico Paoletti: «Alcune scelte si sono rivelate sbagliate, abbiamo giocato un po’ troppo d’azzardo»

Piero Tallandini
Prosecco Doc in azione (Silvano)
Prosecco Doc in azione (Silvano)

Per Prosecco Doc Shockwave 3, il maxi yacht degli armatori Claudio Demartis e Pompeo Tria, è un terzo posto che lascia addosso un bel po’ di rammarico. «Non possiamo dire di essere stati perfetti sul campo di regata e l’amaro in bocca non è tanto per il piazzamento, ma per alcune scelte fatte che si sono rivelate sbagliate – ammette il tattico Michele Paoletti –. Abbiamo anche avuto un problema tecnico al winch che ci ha fatto perdere contatto.

Barcolana 57, Paoletti (Prosecco Doc): "Un terzo posto che lascia amarezza"

Poi, nel secondo lato, abbiamo giocato un po’ troppo d’azzardo per cercare di avvicinarci a delle barche che probabilmente hanno qualche cavallo in più. Lì si è chiusa ogni possibilità di tornare in gara per il primo posto. I Benussi hanno condotto una regata esemplare e sarebbe stato comunque difficilissimo riacchiapparli. Le condizioni di vento hanno sfavorito una barca come la nostra, sì, ma conta fino a un certo punto, ogni barca ha i suoi punti di forza e le sue debolezze».

«La partenza è stata più che buona – rimarca il timoniere Mitja Kosmina –. Peccato per il problema al winch principale che ci ha fatto perdere diversi minuti. Già dalla seconda parte del primo lato abbiamo iniziato a recuperare, ma ormai era una missione impossibile e nonostante un grande prova collettiva dell’equipaggio, non siamo riusciti nell’impresa».

Barcolana 57, così Arca ha calato il tris in una gara tatticamente complessa
(fotoservizio Massimo Silvano)

«Abbiamo fatto la regata che dovevamo fare – è il commento di Demartis –, sapevamo che avremmo potuto non scegliere il bordo giusto alla partenza, ma abbiamo provato a vincere. Dopo parecchi secondi posti, siamo arrivati terzi, ma la prossima volta ci riproveremo. L’equipaggio ha avuto una condotta esemplare in ogni manovra, ha dovuto affrontare quella piccola anomalia tecnica in partenza che non ci ha permesso di trovare la rotta ideale e ci ha costretto poi a rincorrere».

Barcolana 57, un affare di famiglia. E Marta: «Nel 2026 voglio battere papà»
(fotoservizio Andrea Lasorte)

Ben diverso lo stato d’animo per Paolo Cian, che ha condotto Fiamme Gialle Nice a un passo dal podio. «Questo quarto posto è un piazzamento che ci soddisfa, anche perché davanti a noi sono arrivate barche più grandi con un potenziale di velocità ben superiore – afferma il timoniere –. Abbiamo fatto una bellissima regata: nelle prime battute siamo usciti velocissimi dalla linea e anche dal lato del campo dove c’era più pressione. Poi, ovviamente, nel momento in cui ha mollato il vento, sul secondo lato, una barca pesantuccia come la nostra si è trovata più in difficoltà e lì abbiamo perso alcune posizioni. Ma non ci siamo arresi e scegliendo di nuovo il lato sinistro siamo riusciti a scavalcare di nuovo le barche che ci avevano superato».

Paolo Cian, timoniere della barca delle Fiamme Gialle: quarto posto alla Barcolana 57

«Vorrei fare i complimenti ai vincitori – aggiunge Cian – che dimostrano di avere una barca e un’organizzazione estremamente competitivi. Sono sempre difficilissimi da battere. E ci terrei a fare i complimenti anche a chi organizza la Barcolana, un evento che regala sempre emozioni straordinarie. Io ormai ne ho fatte tante, ma ogni volta che vengo qui a Trieste e vedo la città in festa attorno alla regata mi rendo conto di trovarmi di fronte a qualcosa di unico. Infine, mi complimento con le Fiamme Gialle che credono davvero in questo progetto e stanno costruendo un team fatto di velisti fortissimi di tutte le classi olimpiche. Stiamo crescendo insieme e potremo essere ancora protagonisti. Il percorso è solo all’inizio». —

Argomenti:barcolana 57

Riproduzione riservata © Il Piccolo