Go!2025 convince i giovani: memoria condivisa e benefici per il turismo
Per i ragazzi il merito della Capitale è aver contribuito a superare la diffidenza tra le due città. L’eredità futura? In tanti scommettono sulla crescita dell’offerta culturale con mostre ed eventi

A quanto affermano i giovani, sentendoli qua e là, il lascito della Capitale europea della cultura è prezioso, considerevole. Insomma, i suoi risultati non sono destinati a esaurirsi nel 2025, ma ad andare avanti generando un’autentica onda lunga.
Così, per il goriziano Niccolò Muiesan, ventiduenne studente di Scienze internazionali e diplomatiche, «Go!2025 ha favorito la creazione di una memoria condivisa tra due città e tra due popoli che spesso, in passato, sono stati in conflitto. Ed è certo questa l’eredità principale di Go!2025, per lo più a beneficio dei giovani che hanno vissuto soltanto parzialmente questa reciproca diffidenza ormai tutto sommato superata: lo vedo bene negli ambienti dell’università dove di queste ruggini non c’è traccia, ma le mie origini, per esempio, sono istriane e il peso del passato, nella mia famiglia, non poteva non farsi sentire».
«Grazie a Go!2025 rimarranno maggiori opportunità in materia di turismo anche perché l’evento ha permesso di rafforzare l’offerta del territorio a livello artistico e culturale attraverso una migliore promozione delle iniziative – racconta invece Ilaria Canciani, diciannovenne di Mossa che studia al corso di Assistenza sanitaria –. Poi, però, il lascito della Capitale risiede anche nei maggiori contatti, nelle maggiori collaborazioni tra Gorizia e Nova Gorica che, ovvio, costituiscono un fatto positivo: siamo sul confine e noi italiani non conosciamo ancora bene il nostro vicino di casa, a partire dalla lingua».
Anna Sartor è di Treviso e studia al polo di Santa Chiara Scienze della comunicazione. Ha 24 anni. Per lei, «Sicuramente i benefici a livello turistico ci saranno grazie alla promozione che Go!2025 ha permesso di sviluppare e che ha favorito la visibilità del territorio. Di conseguenza, immagino che in futuro ci saranno ancora più occasioni culturali, intese in termini di mostre ed eventi vari. Certamente, la Capitale la valuto come un’opportunità positiva. Per quanto la conosco, Gorizia è una bella città, molto tranquilla». Del resto, anche la ventitreenne Arianna Ambrogio da Pasian di Prato, altra studentessa di Scienze della comunicazione, promuove la Capitale a pieni voti: «Con Go!2025 – dice –, Gorizia si è aperta sfruttando gli impulsi transfrontalieri, l’abbraccio con Nova Gorica, gli eventi condivisi. Sì, tutto ciò ha permesso la creazione di una vera e propria unione che, alla luce delle storiche rivalità, costituisce certamente un fatto positivo e un’occasione di sviluppo per la città».
«Per il futuro immagino più convegni, più mostre nel territorio, anche se, in questi settori, già siamo messi piuttosto bene – osserva poi Maryam Pompeo, goriziana, ventisettenne studentessa a Trieste di Scienze della formazione primaria –. Alla stessa maniera, credo che sarà maggiore il numero di turisti che verranno in città, specie per quanto riguarda quelli interessati alla storia, mentre non credo in un incremento dei visitatori giovani: Gorizia ha poche risorse ludiche, non è adatta alle feste». Più distaccato, invece, ma non meno ottimista, è infine Daniele Scrazzolo da Farra, venticinquenne social media manager: «Ammetto di non aver molto partecipato alle attività di Go!2025 – racconta –. A me, quindi, l’evento non lascerà molto. Comunque, mi sembra che qualcosa sia stato fatto, penso per esempio alle infrastrutture. Naturalmente, occorre continuare su questa strada e, per quanto mi riguarda, sono fiducioso. L’incremento a livello di turisti si nota, un buon lavoro di promozione è stato portato avanti: i benefici, quindi, penso che continueranno».
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