L’eredità della Capitale della Cultura a Gorizia: dagli operatori culturali ottimismo sul post 2025

Le nuove collaborazioni con Nova Gorica e i progressi strutturali a livello di accoglienza dei turisti vengono considerati esperienze capaci di dar frutto anche in futuro. Resta però il nodo risorse

Alex Pessotto
Bandierine di go!2025 sventolate durante la cerimonia inaugurale
Bandierine di go!2025 sventolate durante la cerimonia inaugurale

Preoccupazioni, timori, ansie, paure? No, niente affatto. Difficilmente, con il 2026, i finanziamenti per le attività culturali potranno essere degli stessi livelli di quelli collegati a Go!2025, eppure, a sentire gli operatori del settore, emerge speranza, fiducia, ottimismo per quanto potranno realizzare. E di sicuro, a parlar con loro, la rete transfrontaliera di rapporti che, in questi mesi è stata creata, costituisce una base fondamentale per le iniziative future.

«Per tutto quello che è avvenuto e sta avvenendo, questo è un anno clamoroso – afferma il presidente degli a. ArtistiAssociati, Walter Mramor –. Per noi, in particolare, è stato l’anno dell’inaugurazione della BorGo Live Academy, di cui siamo proprietari: è un luogo di altra formazione che sognavamo da tempo, un nuovo centro culturale della città. È un investimento e, come tutti gli investimenti seri, i suoi effetti devono durare, restare radicati. Di conseguenza, ho molta fiducia in quello che accadrà dal 2026, anche perché è il frutto di tanto lavoro, di tanti semi gettati. Certo, affinché Gorizia rimanga al centro dell’attenzione, non ci si deve adagiare su quanto è stato fatto».

«Non è un caso se abbiamo intitolato “Prospettive” il Puppet festival appena terminato – afferma poi il direttore artistico del Cta, Roberto Piaggio, che lo organizza –. Già in passato, infatti, ci siamo chiesti cosa sarebbe accaduto nel territorio a livello culturale dal 2026. Per quanto ci riguarda, è con i contributi legati a Go!2025 che siamo riusciti a far diventare l’iniziativa uno dei punti di riferimento a livello internazionale del teatro di figura. E, fatto molto importante, abbiamo stretto intensi legami con Nova Gorica, per esempio utilizzando l’Epicenter, che sono convinto possano originare una spirale virtuosa».

Per la direttrice del Kinoatelje, Mateja Zorn, «Go!2025 rappresenta per noi un importante impulso e un prezioso sostegno. Ora speriamo di riuscire a mantenere la squadra che abbiamo costruito per dar vita a un ricco programma. Ciò dipende in gran parte dai fondi che saranno messi a disposizione dal 2026, ma siamo fiduciosi: l’esperienza degli ultimi anni ci permette di guardare al futuro, pensare ai progetti europei, anche se, al momento, siamo ancora concentrati sul presente: il nostro cross-border film festival “Omaggio a una visione” è terminato da poco».

«Ho qualche speranza, ma credo che una continuità non sia facile – dichiara Claudio Pio Liviero, presidente della Casa delle Arti e del Centro chitarristico Mauro Giuliani –. Per Gorizia, con Go!2025 ci sono stati tanti contributi e ho un certo timore che vengano a mancare: penso che si spostino verso Pordenone, Capitale italiana della cultura 2027. In ogni caso, sarà da continuare a lavorare sui progetti transfrontalieri che, senza sostegni adeguati, ho paura che si possano interrompere: penso anche all’orchestra GoNg, che ha permesso di costituire bellissime sinergie con la Slovenia; sarebbe infatti un peccato, prima ancora umanamente che artisticamente, che l’avventura di questa compagine terminasse».

«Contiamo che l’onda lunga della Capitale europea della cultura prosegua e in ciò abbiamo fiducia: riteniamo che le prospettive siano buone – dice il presidente dell’associazione Seghizzi, Roberto Madotto –. La città si è rivitalizzata. Ci saranno meno manifestazioni perché, quest’anno, sono state e sono ancora tante le iniziative realizzate a Gorizia da realtà della regione e non solo. Rimarranno quelle nostrane, è un bene: rappresenteranno il territorio. Ci saranno meno cose, ma saranno quelle di casa nostra». «Intanto, Gorizia è cambiata strutturalmente, oltre al fatto che sta fornendo un ottimo servizio a visitatori e turisti – osserva il direttore del premio Amidei, Giuseppe Longo, anche presidente della Fondazione Palazzo del cinema-Hiša filma –. E se tutti noi, operatori culturali, vogliamo continuare ad avere finanziamenti significativi, dovremo proseguire nell’avanzare alle istituzioni di riferimento (e tutte sono state al nostro fianco) progetti di alta qualità, proprio come, in questo periodo, non abbiamo mancato di fare». —

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