Pallacanestro Trieste, l’analisi di Alberto Tonut: «Ripetersi non sarà facile»
La bandiera biancorossa riflette sul ko nell’ultimo test col Cedevita: «Nella ripresa mancato agonismo, ci voleva più spada e meno fioretto»

Sugli spalti del PalaRubini, Alberto Tonut ha assistito venerdì scorso all’amichevole che ha visto il Cedevita Lubiana superare con autorità la Pallacanestro Trieste. Una sconfitta che a due settimane dall’inizio del campionato non va sottovalutata, l’obiettivo è analizzare le cause di un secondo tempo che ha visto la formazione di Israel Rodriguez in grande difficoltà. «Riconduciamo tutto alla logica di questa fase del precampionato – sottolinea Tonut –, nella quale gli allenatori e le squadre lavorano alla ricerca della condizione fisica e della necessaria amalgama. Ho visto in campo due buone squadre, con il Cedevita forse leggermente più avanti nella preparazione: il risultato è figlio della somma di questi aspetti. Poi è vero che è mancato un pizzico di agonismo, nel secondo tempo quando è andata sotto nel punteggio avrei preferito vedere una Trieste un po’ meno di fioretto e un po’ più di spada».
Aspettative
«Sulla carta Trieste mi convince e ha tutto per fare bene, attenzione però che ci sarà tanta concorrenza. Fare meglio dello scorso anno significa migliorare un sesto posto: non sarà facile. Perché se è vero che Arcieri ha fatto un ottimo lavoro, è altrettanto vero che anche le altre squadre non sono state a guardare. E il doppio impegno campionato–coppa potrebbe pesare».
La chimica
«Inserire al meglio Toscano–Anderson, Ramsey e Sissoko e ricreare lo stesso feeling e lo stesso spirito che ha caratterizzato la scorsa stagione sarà una chiave di lettura fondamentale nella stagione. Sono stati scelti giocatori di personalità, per quella che è stata la mia lunga esperienza non bisogna mai dare per scontato il fatto che lo spogliatoio assorba in maniera positiva i nuovi arrivati. Servirà del tempo per creare la giusta amalgama e la fondamentale unità di intenti».
Nuovi arrivi
«Mi è piaciuto molto l’atteggiamento di Toscano-Anderson, sempre positivo, sempre pronto a dare suggerimenti e un incoraggiamento ai compagni. Se questo è lo spirito con cui si è calato in questa avventura, potrà fare davvero molto bene. Sto ancora cercando di valutare il potenziale di Ramsey, una guardia più che un’ala piccola che ha indubbie qualità offensive ma deve imparare a essere un fattore anche in fase difensiva. La grande scommessa di questa stagione resta però Sissoko. Rispetto a Johnson darà meno continuità nelle prestazioni anche se i picchi, in positivo, saranno senza dubbio alti. È un giocatore che garantisce grande verticalità, quello che ho osservato, almeno nel match di venerdì scorso, è che deve imparare ad assorbire i contatti senza arretrare».
La vecchia guardia
«Garanzia assoluta per coach Gonzalez. Uthoff, Brown e Ross sono giocatori su cui si può contare, lo stesso discorso vale per gli italiani. Ruzzier non tradisce mai, mi è piaciuto anche Candussi che ho trovato ancora più maturo e capace di assolvere al meglio i compiti che gli sono stati richiesti. Ho lasciato per ultimo Brooks, il giocatore che anche quest’anno sarà un po’ l’ago della bilancia, in campo e nello spogliatoio. Jeff è un giocatore clamoroso, scherzando con lui gli ho detto che la carta d’identità mente perché per l’energia e l’intensità che sa mettere in campo sembra sempre un ragazzino».
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