Tesser dopo la salvezza della Triestina: «Felicità unica, grazie a un gruppo vero e ai tifosi»

Visibilmente emozionato, il mister ha spiegato: “Avevamo una maglia, una città e una comunità da difendere, una comunità che merita tanto di più”

Antonello Rodio
Il tecnico Attilio Tesser alla fine del match (Lasorte)
Il tecnico Attilio Tesser alla fine del match (Lasorte)

Stavolta, a traguardo raggiunto, Attilio Tesser ha potuto festeggiare sotto la curva Furlan che lo richiamava, come aveva promesso. Ma alla fine lo hanno festeggiato anche i giocatori, con Olivieri e Correia che hanno fatto irruzione in mutande in sala stampa e gli hanno rovesciato addosso un paio di bottigliette d’acqua.

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Il sorriso di Omar Correia dopo la salvezza (Lasorte)

Poi, visibilmente emozionato, Tesser ha raccontato cosa rappresenta per lui questa salvezza: «C’è la felicità di aver contribuito, assieme ai ragazzi, allo staff, a magazzinieri e fisioterapisti, a portare la Triestina alla salvezza. E aver fatto questo risultato è una cosa molto importante perché Trieste non merita di lottare per la quarta serie. La salvezza è una grande soddisfazione, forse anche più di quella di vincere un campionato. C’è stata forse incoscienza di aver convinto i miei collaboratori di accettare di prendere la squadra con 7 punti fatti sul campo dopo 16 partite, dovendo affrontare prima, seconda e quinta in classifica. Quei punti fatti all’inizio sono stati determinanti per la salvezza. Ringrazio ancora i giocatori che mi hanno dato tutto, non ho mai avuto mai il minimo problema in spogliatoio, sono stati tutti molto partecipi. E ringrazio i tifosi e il loro cuore grande, l’ennesima dimostrazione che Trieste merita tanto. Noi avevamo una maglia, una città e una comunità da difendere, una comunità che merita tanto di più. Per Trieste questo sia un punto di partenza, deve essere cosi perché Trieste e la tifoseria lo meritano».

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Tesser non può dimenticare che l’impresa è stata compiuta in condizioni non normali: «Non è stato semplice con le problematiche che sapete tutti, non voglio girare il dito nella piaga ma non è stato facile per i giocatori avere il pensiero che ogni mese potesse succedere qualcosa e per me che dovevo gestire tutto questo. Un grazie anche ai miei collaboratori che mi hanno supportato e sopportato».

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Due parole anche sull’ultimo capitolo di sabato sera, il pareggio col Caldiero: «Sono stati 80 minuti fatti bene, senza sofferenze particolari e giocando all’attacco, anche troppo in certi momenti. Ma quando nel finale loro hanno tentato il tutto per tutto ho avuto paura su due corner e quella palla vagante, ma nel computo delle due gare abbiamo meritato noi». —

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