Andare in buca con i piedi, Valzano campione di FootGolf

TRIESTE. Un prato, un pallone di cuoio e possibilmente la dote di “piedi educati” per dipingere traiettorie, sempre precise, sempre verso una buca. Il golf ha sposato il calcio e il matrimonio sembra davvero funzionare. Chiedere a Lucio Valzano, il triestino attuale campione italiano over 50 di FootGolf, lo sport nato per coniugare il respiro elitario della pratica sul “green” con i più popolari accenti calcistici, magari quelli riservati agli esponenti più tecnici e raffinati.
Lucio Valzano, classe 1967, ha fatto oramai del FootGolf una filosofia di vita, credendo, e vincendo, in uno sport in realtà ancora semisconosciuto, approdato in Italia solo nel 2012 e proveniente direttamente dai Paesi Bassi, nato per caso, inventato forse da calciatori in pensione annoiati e alla ricerca di nuovi stimoli per regalare nuova linfa ad antiche passioni.

Valzano di calcio a suo tempo ne aveva masticato molto, partendo dalle giovanili della Triestina per girovagare poi tra i campi della serie D con le maglie del Merano, del Portogruaro e del Sant'Ancangelo di Romagna, per poi tornare in regione e restare in campo tra i dilettanti con lo Zaule, Latte Carso, Opicina e Zarja. Il classico numero 10 se vogliamo, di quelli che amano giostrare a metà campo, alzare lo sguardo e accarezzare il cuoio di fino, possibilmente di destro. Forse non molte le reti ma diversi gli assist, i lanci e qualche licenza stilistica per onorare la veste da regista, ruolo e numero che esigono sempre inventiva e tecnica.
Sarà stato per questo che l'amore con il FootGolf è scoccato subito, facendo (ri)nascere quella attrazione per un prato verde e un pallone, qui stranamente assieme ma senza porte e reti ma soltanto con buche da domare: «Avevo accompagnato mio figlio a Udine, lui è un giocatore di golf e volevo vederlo all'opera – racconta Lucio Valzano –: quel giorno stavano giocando anche a FootGolf e mi sono incuriosito subito. Ho voluto provare, mi è immediatamente entrato dentro».
Lucio Valzano ritrova in qualche modo il suo “centrocampo” ma senza nessun incontrista a turbarlo nel lancio, fase tecnica che lo porterà a interpretare al meglio un gioco che comporta partite con percorsi da 18 buche, dove lo scopo è mandare il pallone (si, quello regolamentare da calcio) in buche dal diametro di 50 centimetri, il tutto naturalmente nel minor numero di colpi possibile.
L'entrata in campo agonistico funziona subito bene. Valzano vince il titolo Interregionale e poi si ripete in campo nazionale, conquistando il titolo italiano nella categoria Over 50, al termine di un circuito che ha visto la partecipazione di trenta concorrenti impegnati nelle sette tappe organizzate dall'AIFG, l'Associazione Italiana Foot Golf (www.footgolf.it).
Insomma, il movimento si è dato una sua struttura organizzativa e vanta una certa crescita anche in Italia, qualche migliaia di praticanti in pochi anni, tra cui anche nomi eccellenti del calcio da copertina, vedi Dino Baggio, Bonetti e Di Canio: «Questa disciplina richiede molta precisione, la giusta potenza ma anche tanta concentrazione – assicura Lucio Valzano –. Proprio la concentrazione è fondamentale per affrontare le variabili ad esempio del terreno. La tecnica fa poi il resto. Portarlo anche a Trieste? Ci stiamo pensando molto seriamente – aggiunge il campione italiano –: i contatti con il Golf Club di Padriciano sono già avviati». Ma chissà se vorranno disegnare buche da 50 centimetri di diametro?
Intanto Valzano si gode il bottino niente male di due titoli in poco più di un anno, meditando nel contempo anche il fatidico salto di qualità, quello verso una ribalta internazionale. Sì, perché il prossimo anno si disputa il mondiale di FootGolf in Giappone, teatro di “green” perfetti e di una etichetta che racchiude l'eleganza dell'abbigliamento e la destrezza in gara: «Non solo voglio confermarmi a buoni livelli nazionali – afferma deciso Valzano – ma continuare a crescere in questa disciplina e magari diffonderlo. Per questo sogno già un mondiale».
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