Le mamme Milič volano in A1 di tennistavolo: «Le ventenni non ci battono»
Le carsoline Over 40 Katja, Martina e Vanja hanno vinto i playoff con il Kras: «Lavoriamo, abbiamo in tutto sette figli, ci alleniamo poco, ma la classe resta»

Tutto passa, niente cambia e le mamme Milič, superati gli “anta”, continuano a sfornare promozioni. Il tris di cuori di Sgonico – Katja, Vanja e Martina, sette figli in tre – ha disegnato nelle palestre dello Stivale l’ennesimo capolavoro pongistico della storia del Circolo sportivo Kras. Piazzatasi prima al termine della regular season nel proprio girone di A2, la squadra femminile made in Carso (rinforzata dalla florida serboungherese Reka Bezeg) ha rovesciato ogni pronostico nei playoff andando a sbaragliare la giovanissima concorrenza di atlete provenienti da Lazio, Emilia Romagna e Piemonte. Risultato finale? Campionesse. E promozione in Serie A1.
«L’età media delle nostre avversarie era di 22 anni. Perché abbiamo vinto noi? Viviamo di rendita degli anni d’oro in cui gli insegnamenti ricevuti ci hanno anche permesso di indossare la maglia azzurra. Inoltre non abbiamo certo lo stress da prestazione di una volta: giochiamo per divertirci. Se poi arrivano i risultati, tanto meglio».
Martina Milič, sorella di Vanja e cugina di Katja, 41 anni compiuti lo scorso 28 febbraio, sorride. Lei che di mestiere fa la professoressa di educazione fisica al liceo Anton Martin Slomšek è la più giovane della truppa. Vanja, 44enne, è un’apprezzata ristoratrice in una celebre trattoria sul mare di Santa Croce. La veterana Katja, 46 a ottobre, insegna italiano alle scuole medie inferiori Igo Gruden di Aurisina.
A fare da chioccia, dietro le quinte, c’è sempre lei. Mamma-zia Sonja Milič, icona del tennistavolo triestino a livello intercontinentale, 79 presenze in azzurro e protagonista ai Mondiali di 46 anni fa a Pyongyang, nell’edizione in cui la monarchia comunista di Kim-Il sung propose di riunire sportivamente le due Coree, presentando un’unica nazionale, ma Seul disse di no. Già, tutto passa niente cambia.
Nella rigogliosa Sgonico la promozione in Serie A1 ha destato grande soddisfazione. Mettere in riga l’Eureka Roma, il Verzuolo Cuneo e le forlivesi degli Alfieri di Romagna è stato un piacere. Ma i piedi rimangono ben piantati per terra. «Difficilmente potremo militare nel prossimo massimo campionato nazionale – analizza Martina Milič –. Le motivazioni? Diverse. Ci sono tre squadre sarde: costi dunque esorbitanti solo per giocare queste partite. Tutte noi siamo mamme lavoratrici, quindi il tempo per allenarsi è limitato e la Serie A1 merita decisamente molto più impegno e preparazione fisica rispetto ad una A2. Oggi io mi alleno tre, a volte quattro volte alla settimana. Da giovane facevo due sedute al giorno».
Alle spalle delle terribili Milič stanno crescendo delle nuove interessanti leve. C’è la giovanissima Allegra Mersi. E quell’Erik Paulina, Under 17, figlio di Vanja, talento emergente già nel giro delle nazionali. Il sogno a Sgonico è proprio quello di puntare sulla squadra maschile. Salire dalla B alla A2. E un giorno non troppo lontano calcare i tavoli della Serie A1. Nell’attesa, però, per sicurezza, le mamme continuano a giocare. E a divertirsi. E a vincere.
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