Boxe, la grinta di Nicol «L’argento europeo spinta per il futuro»

La giovanissima pugile triestina racconta le emozioni vissute sul ring in Ungheria. Ora il sogno sono le Olimpiadi

TRIESTE. «Un secondo posto non deve far ricordare una sconfitta, perché nell'argento ci si specchia meglio».

E', questo, il sorso di filosofia offerto, anzi imposto, a Nicol Lapel dallo staff della Nazionale femminile di pugilato subito dopo il secondo posto conquistato ai campionati europei di boxe andati in scena in Ungheria. A quella frase ora l'atleta triestina sembra in fondo crederci veramente, conscia che quel metallo, di certo insperato alla vigilia degli europei, rappresenti qualcosa di più di una medaglia o di un gradino più o meno alto del podio: «E' vero, prima mi ricordava una sconfitta, ora invece mi esorta a lavorare e a credere maggiormente nel futuro agonistico – commenta Nicol Lapel al ritorno dalla avventura sul ring magiaro di Keszthely, teatro della prima impresa internazionale dell'atleta nata nel Club Sportivo Pugilato Trieste –. Del resto in finale ho perso meritatamente con la francese Bouver, lei era molto più esperta e io molto stanca e quindi il verdetto non si discute».

Non ha ancora 18 anni, Nicol, e ha al suo attivo appena una decina di match (di cui quattro in azzurro) ma la aspirante guerriera triestina ha raccolto molto di più di quanto aspettasse dalla missione in Ungheria. Le tensioni della vigilia, la grinta da inventare, le risorse da trovare e le emozioni da gestire: le vere medaglie sono state in fondo queste, ora da conservare, trasmettere e possibilmente sviluppare dentro e fuori dal ring, come il vero sport insegna. «Che esperienza! Un momento incredibile che mi ha fatto crescere non solo dal profilo sportivo ma anche da quello umano – aggiunge l'azzurrina vicecampionessa europea nei 60 kg Youth -. Siamo arrivate in Ungheria con un gruppo di azzurre tutte molto unite e compatte e siamo diventate amiche, particolarmente legate alla causa della Nazionale. Quando una combatteva – ricordato la triestina - tutte le altre stavano a tifare per la compagna, e probabilmente l'Italia era la più calda in questo».

Molto “caldo” anche il suo debutto agli Europei, con l’irlandese Cheyenne O'Neill, coinciso con un match partito in salita (“ero a terra dopo 10 secondi...”) ma sfociato poi in una sensazionale rimonta, figlia più del carattere che della “pesantezza” dei colpi. Poi il bis, ottenuto con la tedesca Morl, incontro archiviato anche esso con un secco 3–0. Quindi la finalissima, con la triestina alle prese con le batterie scariche, una caviglia malconcia e una avversaria dotata sotto ogni punto di vista, anche nel curriculum: oltre 40 match.

Non c’è però solo boxe nella vita di Nicol Lapel. C'è una maturità da mettere tra qualche anno alle corde e una facoltà di Psicologia da respirare tra un match e l'altro, magari vestendo la divisa di un gruppo sportivo militare. Il sogno? Le Olimpiadi, magari già quelle di Rio nel 2016. Nel frattempo tanto lavoro, molta umiltà e inevitabile sacrificio. A ricordarlo è quell'argento colto in Ungheria, con cui poter crescere, continuare a specchiarsi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo